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Il Tokyo Ballet arriva a Rimini con un serata di capolavori senza tempo

Lo spettacolo inizia con il secondo atto de La Bayadère, a seguire Romeo e Giulietta e molto altro ancora

Il Tokyo Ballet arriva Rimini con un serata di capolavori senza tempo

Il Tokyo Ballet arriva Rimini con un serata di capolavori senza tempo

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La grande danza internazionale torna a brillare sul palcoscenico del Teatro Galli. Il cartellone della 75ª Sagra Musicale Malatestiana prosegue venerdì 29 novembre alle ore 21, ospitando a Rimini il rinomato Tokyo Ballet, celebre compagnia guidata da Yukari Saito, che in occasione di questa tournée celebra il sessantesimo anniversario dalla sua fondazione. In sei decenni, la compagnia del Sol Levante ha guadagnato il plauso dapprima del pubblico giapponese e successivamente di quello mondiale, realizzando oltre 786 esibizioni all'estero, un primato nella storia teatrale del Giappone. Il loro vasto repertorio comprende i pilastri del balletto classico, balletti neoclassici e capolavori di coreografi contemporanei. La varietà si riflette nel programma che sarà presentato venerdì sera al Teatro Galli, composto da tre celebri e acclamate coreografie.

La serata inizia con il secondo atto de La Bayadère, "Il Regno delle Ombre", su coreografia originale e soggetto del maestro Marius Petipa. Questa è una delle opere più apprezzate del balletto classico, che mescola paesaggi esotici, promesse d'amore tradite, sentimenti e tragedia, oltre a richiami soprannaturali. Ambientata in un mondo onirico che evoca l'oltretomba, la storia narra del guerriero Solor, il quale, dopo la morte dell’amata Baiadera Nikia, si immerge nel regno dei sogni alla ricerca di sollievo, ritrovandosi nel Regno delle Ombre. Tra queste ombre, Solor rivede Nikia, a cui rinnova la promessa d'amore eterno.

La seconda coreografia è Romeo e Giulietta, "pas de deux", su messa in scena di Maurice Béjart e musica di Berlioz. «Ho creato questo lavoro intrecciando amore e odio e ho cercato di svolgere la pergamena di una vicenda che è divenuta mitica – ha osservato Maurice Béjart – unendo il romanticismo spensierato di Berlioz con la magia e la tragedia di Shakespeare»

A chiudere la serata sarà La sagra della Primavera di Igor Stravinskij, anch’essa coreografata da Béjart nella sua indimenticabile ed avanguardistica versione, che ha da sempre sorpreso il pubblico con la sua sensualità selvaggia e il dinamismo rituale. Si tratta di un inno all’unione primordiale e essenziale tra uomo e donna, un balletto che simboleggia l’unione tra cielo e terra, la vita e la morte, eterna come la primavera.

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