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Luca Carboni, una carriera a tutto tondo

Particolare attenzione alla sua "segreta" attività pittorica

Luca Carboni, una carriera a tutto tondo

Luca Carboni

Il Museo internazionale della Musica, a Bologna ha inaugurato oggi una rassegna dedicata a Luca Carboni: cantautore, pittore, artista, disegnatore, autore. Titolo della mostra: Rio Ari O, da un verso di una delle sue prime, ancora suggestive canzoni. Un viaggio nei suoi 40 anni di vita artistica, da quel primo album ...intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film uscito nel 1984, ripercorsi e ricostruiti non tanto e non solo attraverso i suoi brani, ma soprattutto coi suoi disegni e i suoi quadri. Una dimensione, quella pittorica, che Carboni ha tenuto gelosamente per sé, in tutti questi anni, e che solo da poco tempo ha mostrato al pubblico. Di questa sua segreta passione, nel passato, c'è traccia solo nella copertina di Persone silenziose, album del 1989. "Volevo svelare sempre di più questa parte nascosta - spiega Carboni -. L'arte era un viaggio personale parallelo alla musica, la tenevo nascosta per poterla vivere liberamente senza ansie da prestazione. Fare disegni era il mio diario personale". Poi, una mostra a Mantova e un'incursione a Lucca Comics, con alcune tavole. Questa che si apre oggi "non è una semplice mostra di opere pittoriche, fine a se stessa, ma è ricostruire quel viaggio parallelo nell'arte". Carboni ha raccontato come da bambino non disegnasse quasi mai, risultando scarso, a scuola, proprio in Educazione artistica. Poi, l'incisione del primo disco risvegliò in lui questa passione, disegnando la bozza della sceneggiatura per il primo videoclip da far vedere a Pupi Avati, il quale, però, declinò l'invito a girare. Nelle sue immagini, come nelle canzoni, tanta Bologna. Ma c'è anche il racconto di come si sia riavvicinato alla fede. L'immagine di copertina della mostra è un autoritratto, dove il volto di Carboni, a due colori, è in posa di preghiera, con alcuni simboli che possono essere considerati religiosi a rappresentare un messaggio di unità tra fedi diverse. E il titolo? E' una frase senza senso, nata in sala di incisione e diventata un riff: "E' stato il mio primo vagito e mi piace che sia anche un simbolo". La mostra andrà avanti fino al 9 febbraio ed è composta da quattro stanze, dove sono esposti disegni e quadri, ma anche appunti e testi inediti, oggetti e copertine di dischi. C'è anche una sala di sound design che include canzoni insieme a inediti e audio rubati in studio, accompagnati da immagini e videoclip. La mostra avrà anche un momento esterno: dall'8 gennaio, sotto il portico del Pavaglione, saranno esposti gli autoritratti di Carboni stampati su larga scala. Tre inoltre gli appuntamenti pubblici col cantautore, tutti già sold out: il 28 novembre insieme a Giorgio Diritti, il 19 dicembre e il 16 gennaio.

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