fatti e notizie
Cerca
ALFONSINE, BAGNARA, CASTEL MAGGIORE, BOLOGNA
18 Ottobre 2024 - 10:58
Foto d'epoca: un carabiniere mostra la rete a cui fu "incaprettato" Minguzzi, prima d'essere gettato nel Po
La Corte d'Assise d'appello di Bologna, accettando la richiesta delle parti civili di un confronto tra la voce registrata del ricattatore della famiglia di Pier Paolo Minguzzi e quella di Orazio Tasca, non tenta solo di far luce sull'omicidio brutale del ragazzo, ma riapre vecchie ferite che ancora bruciano silenti nel corpo dell'Arma dei carabinieri emiliana. Il 28 novembre del 1988, infatti, il Tasca, insieme ad Angelo Del Dotto e ad Alfredo Tarroni, non fu condannato a 25 anni di carcere solo per vare tentato un'altra estorsione, ai danni di un imprenditore agricolo della campagna ravennate (Roberto Contarini), ma, primariamente, per aver concorso insieme agli altri all'assassinio del loro collega, Sebastiano Vetrano. Infatti, i tre vennero arrestati quando, il 13 luglio 1987, i loro colleghi onesti organizzarono a Taglio Corelli una trappola, dopo aver concordato con l'imprenditore la finta consegna dei soldi. Un'operazione finita in tragedia per due ragioni: la decisione di un maresciallo di non rispettare le consegne ricevute - portando il Vetrano in una posizione che non era quella stabilita nei piani - e la mancata comunicazione ai militari operanti del fatto che, quasi sicuramente, gli estorsori fossero loro colleghi, quindi, molto pericolosi. La voce di Tasca registrata nelle telefonate al Contarini, infatti, era stata riconosciuta da alcuni carabinieri che investigavano sul caso, ma, nella notte fatale, si decise di tenere nascosto questo particolare ai colleghi impiegati nell'agguato organizzato per catturarli. Non solo: già poco tempo dopo la morte del Vetrano, Antonio Di Munno, carabiniere del reparto di polizia giudiziaria di Ravenna, indagando su Tasca e Del Dotto, trovò elementi che li ricollegavano anche all'omicidio Minguzzi, compilando un dossier in 17 punti che, di fatto, restò lettera morta per oltre due decenni. Senza contare il fatto che, nelle more del processo per l'assassinio di Vetrano, il 16 novembre del 1988, due settimane prima della sentenza di primo grado, avvenne la Strage di Bagnara, con l'inspiegabile e ancora misteriosa morte dei 5 carabinieri della Stazione locale. Un altro episodio su cui l'Arma fece chiudere le indagini con una fretta incredibile, attribuendo l'inaudita tragedia a mera follia di una delle vittime. Inoltre, sempre in quel mese di novembre 1988, il giorno 29, sarebbe ricominciato - e chiuso nel giro di poche udienze, nella prima settimana di dicembre - il processo per calunnia a Domenico Macauda, il brigadiere di Bologna che aveva depistato le indagini per la Strage di Castel Maggiore, quella in cui morirono Cataldo Stasi e Umberto Erriu. Due ragazzi assassinati la notte del 20 aprile 1988 e della cui morte, con una sentenza che ora viene rimessa in discussione, sono stati ritenuti responsabili Fabio e Roberto Savi. Anche nel caso Stasi ed Erriu l'Arma dei carabinieri non brillò per trasparenza, nelle indagini che furono condotte all'indomani del duplice assassinio. Infine, sempre nell'autunno del 1988 e sempre a Bologna, andò a sentenza, in primo grado, la vicenda della "Banda degli hotel", con la condanna di altri due carabinieri - Gaetano Tuminelli e Fernando Missere -, arrestati il precedente 14 giugno. Per non parlare, infine, della decapitazione dell'intero vertice dell'Arma di Bologna, nel giugno di quel fatidico e inquietante anno, dopo la scoperta di un'assurda vicenda volta a nascondere il furto della refurtiva di una rapina negli uffici del Nucleo operativo dei carabinieri, avvenuto a fine marzo. Nel processo di primo grado, il 22 giugno 2022, Tasca e i suoi complici vennero assolti per la vicenda Minguzzi, da una corte presieduta da Michele Leoni e con una sentenza che sollevò molte polemiche. Mentre la Procura della Repubblica, sostiene da tempo d'esser a buon punto nella rielaborazione degli elementi di indagine sulla Strage di Castel Maggiore. Ora, sotto le Due Torri, con la decisione della Corte d'Assise di appello, tornano a volteggiare sinistramente si spera che s'inizi a fare vera luce sui troppi misteri del drammatico e criminale 1988 dell'Arma dei carabinieri emiliana.
BolognaCronaca.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati Email redazione@cronacabologna.it. Fax. 0116669232 |ISSN 2611-2272
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
Nell'anno 2023 sono stati percepiti i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell'articolo 5 del medesimo decreto legislativo.