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Letteratura
11 Agosto 2024 - 18:48
Il libro "Cuore" di Edmondo De Amicis, pubblicato dall'editore Treves nel 1886, è stato al centro di un "processo storico" tenutosi a Villa Torlonia, a San Mauro Pascoli, in Romagna. L'evento, organizzato dall'associazione Sammauroindustria, ha visto la partecipazione di 800 persone e si è concluso con un verdetto di assoluzione: 443 voti a favore, 126 contrari e 146 astenuti. Questo processo si inserisce in una tradizione che ha già visto sul banco degli imputati figure storiche come Giuseppe Mazzini, Palmiro Togliatti, e movimenti come il Sessantotto e le rivoluzioni russa e francese.
A rappresentare l'accusa è stato Roberto Balzani, storico dell'Università di Bologna. Balzani ha criticato "Cuore" per il suo ricorso a luoghi comuni e stereotipi, in particolare nel racconto "Sangue romagnolo". Secondo Balzani, De Amicis avrebbe potuto attingere a fonti più accurate, come le relazioni del fratello Tito, prefetto di Forlì nel 1884, che descrivevano una Romagna meno sanguinaria e più incline alle truffe. "I romagnoli sono truffaldini ma non sanguinari," ha affermato Balzani, sottolineando come De Amicis abbia preferito edulcorare la realtà per adattarla a un modello letterario preconcetto.
A difendere il libro è stato Giampaolo Borghello, ex docente di letterature all'Università di Udine. Borghello ha sottolineato come "Cuore" abbia ufficializzato il ruolo della scuola e l'esaltazione del bene, della volontà e dell'altruismo. Citando De Amicis, ha concluso: "Ora leggete questo libro ragazzi, spero ne sarete contenti, e ci farà del bene. Altre parole mi sembrano superflue." Borghello ha quindi difeso il libro come un'opera che, nonostante le sue imperfezioni, ha avuto un impatto positivo sulla formazione morale e civica dei giovani italiani.
La ventiquattresima edizione del "processo storico" si è tenuta il 10 agosto, data simbolica che coincide con l'assassinio del padre del poeta Giovanni Pascoli nel 1867. Giovanni Pascoli, nato a San Mauro Pascoli, aveva già in passato assolto "Cuore", riconoscendone gli ideali risorgimentali. Alla scomparsa di De Amicis, l'11 marzo 1908, fu proprio Pascoli a tenere la commemorazione all'Università di Bologna e a subentrare all'autore come corrispondente dall'Italia per il giornale argentino "La Prensa".
Il verdetto finale, pronunciato dal presidente del tribunale Gianfranco Miro Gori, fondatore del "processo" e anima dell'associazione Sammauroindustria, è stato inequivocabile: 443 voti di assoluzione, 126 di colpevolezza e 146 astenuti. Questo risultato riflette non solo l'affetto del pubblico per un'opera che ha segnato generazioni, ma anche la complessità di un testo che, nonostante le critiche, continua a essere un punto di riferimento nella letteratura italiana.
Il "processo storico" al libro "Cuore" ha messo in luce le diverse interpretazioni di un'opera che, a distanza di oltre un secolo, continua a suscitare dibattiti. Da un lato, le critiche di Balzani evidenziano come il libro possa essere visto come un prodotto del suo tempo, con tutti i limiti e le contraddizioni che ciò comporta. Dall'altro, la difesa di Borghello sottolinea l'importanza dei valori positivi che "Cuore" ha trasmesso a generazioni di lettori.
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