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Emergenza carceraria alla Dozza: sovraffollamento e condizioni disumane

Gemma Gasponi e Angelo Scavone denunciano la situazione critica del penitenziario bolognese, chiedendo interventi urgenti

Emergenza carceraria alla Dozza: sovraffollamento e condizioni disumane

Foto di Michele Lapini - Bologna, il carcere Dozza

La situazione del carcere della Dozza a Bologna è stata definita "fatiscente e malsana" da Gemma Gasponi, consigliera generale del Partito Radicale, e Angelo Scavone, responsabile giustizia di Forza Italia Emilia-Romagna, durante una visita effettuata nell'ambito dell'iniziativa nazionale "Estate in carcere". La descrizione fornita dai due rappresentanti politici è allarmante: muri scrostati, muffa alle pareti, scarafaggi, infiltrazioni d'acqua anche nelle zone recentemente ristrutturate e temperature insostenibili sia d'estate che d'inverno.



"Fatiscente e malsano" sono le parole utilizzate da Gasponi per descrivere il penitenziario bolognese. La struttura, secondo quanto riportato, necessita di una ristrutturazione completa. Tuttavia, come sottolinea la consigliera, "come fai a ristrutturare una casa con le persone che ci abitano se dentro ce ne sono più del doppio di quelle che ci potrebbero stare?". Il sovraffollamento è infatti uno dei problemi più gravi: il carcere, progettato per ospitare 400 detenuti, ne accoglie attualmente oltre 800.


Angelo Scavone ha evidenziato come il sovraffollamento crei condizioni insostenibili sia per i detenuti che per gli agenti di polizia penitenziaria. "Circa 127 su 860 sono in attesa di giudizio, persone che magari poi vengono assolte", ha dichiarato Scavone, sottolineando l'ingiustizia di una detenzione preventiva che spesso si rivela infondata. La presenza di un numero elevato di tossicodipendenti, 326 secondo le ultime stime, e le faide etniche tra detenuti di diverse nazionalità, che provocano risse continue, aggravano ulteriormente la situazione.

Un altro aspetto critico è la mancanza di un direttore sanitario, assente dal mese di aprile e atteso solo per settembre. "Sa cosa vuol dire questo? Vuol dire che non c'è uno con cui noi possiamo parlare per i dati sanitari che infatti oggi non abbiamo", ha spiegato Gasponi. Durante la visita, infatti, non è stato possibile parlare con nessuno dell'area sanitaria, evidenziando una grave carenza sotto il profilo sanitario. Gasponi ha chiesto che le autorità sanitarie si facciano carico delle evidenti carenze strutturali e sanitarie del carcere, adottando ordinanze contingibili e urgenti per migliorare le condizioni di vita dei detenuti.

Gasponi e Scavone hanno chiesto l'intervento del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, e dell'assessore al welfare, Luca Rizzo Nervo, affinché prendano nota delle criticità evidenziate non solo dalla loro visita, ma anche dai rapporti dell'AUSL, obbligatori e depositati ogni tre mesi. "La situazione carceraria è particolarmente problematica", ha ribadito Scavone, auspicando un intervento rapido e deciso delle istituzioni per affrontare un'emergenza che non può più essere ignorata.
Le testimonianze dei detenuti raccolte durante la visita parlano di una vita quotidiana fatta di privazioni e sofferenze. Le condizioni igieniche precarie, la mancanza di spazi adeguati e le tensioni continue rendono la vita in carcere insostenibile. "Non siamo animali", ha dichiarato un detenuto, chiedendo rispetto e dignità.

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