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Malasanità
14 Agosto 2024 - 11:36
Due mesi di ricovero, quattro interventi chirurgici e poi il decesso. La tragedia di un uomo di 64 anni, all'ospedale Maggiore di Bologna, è ora in caso di presunta malasanità. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio e lesioni colpose e indagato due medici dell'ospedale.
All'uomo, ricoverato il 4 giugno per forti dolori a stomaco e schiena, erano stati inizialmente diagnosticati due calcoli in un condotto. La degenza nel reparto di medicina è stata seguita da un primo intervento chirurgico due settimane dopo il ricovero. Tuttavia, secondo l'esposto presentato dalla famiglia, durante l'operazione potrebbe essere stato "bucato" un tratto del duodeno, causando un peggioramento delle condizioni del paziente.
Le complicazioni non si sono fatte attendere. Tra le problematiche riscontrate, gravi infezioni provocate da batteri ospedalieri hanno ulteriormente compromesso la salute del 64enne. L'ultimo intervento, avvenuto il 12 luglio, ha comportato l'asportazione di alcune parti degli organi in necrosi. Al che l'uomo è stato trasferito nel reparto di rianimazione, dove ha subito diverse crisi fino al decesso avvenuto l'8 agosto.
La moglie e la figlia dell'uomo, assistite dall'avvocata Chiara Rinaldi, hanno presentato un esposto in procura, definendo la vicenda una "lucida agonia". Il pm Marco Imperato ha deciso di aprire un fascicolo per omicidio e lesioni colpose, disponendo l'autopsia e indagando due medici dell'ospedale Maggiore. Gli avvisi di garanzia sono stati notificati ai due professionisti, mentre la procura ha conferito l'incarico per l'esame autoptico al medico legale Mauro Pesaresi e al professor Gian Luca Grazi, ordinario di chirurgia generale.
Gli indagati sono difesi dagli avvocati Ciriaco Rossi e Francesco Cardile, che hanno nominato come consulenti di parte i dottori Andrea Casolino e Laura Mastrangelo. Dall'altra parte, i familiari del defunto hanno scelto la dottoressa Donatella Fedeli come loro consulente. Le indagini sono state affidate ai carabinieri del NAS, che hanno sequestrato la documentazione clinica per ricostruire la sequenza di cure a cui è stato sottoposto il paziente.
L'ospedale Maggiore, al centro della vicenda, ha scelto di non commentare l'accaduto, esprimendo fiducia nel lavoro della magistratura e dei carabinieri. La direzione sanitaria ha dichiarato di voler attendere l'esito delle indagini prima di rilasciare ulteriori dichiarazioni.
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