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Crisi La Perla, il ministro promette: "Sarà salva". Ma il tempo stringe

Il 20 settembre l'udienza decisiva in tribunale. Dieci possibili compratori per lo storico brand di Bologna

La Perla: Il Futuro del Made in Italy tra Speranze e Promesse

Meno di un mese per salvare La Perla, il brand di lingerie di lusso a un passo, ormai, dalla chiusura. Al Meeting di Comunione e Liberazione, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha lanciato un messaggio: "A settembre La Perla sarà salva".

"Con noi nessuna azienda ha chiuso", ha ribadito il ministro Urso, sottolineando come in oltre 20 mesi di governo e di attività ministeriale non sia stata chiusa una sola azienda giunta alla loro attenzione. "Ci sono stati diversi salvataggi e casi di riconversione industriale", ha aggiunto, citando il caso di Marelli, recentemente venduta alla piemontese Tecnomeccanica, che ha già rilanciato la produzione. Urso ha poi ricordato che "a settembre inizieremo bene col caso La Perla. Perché lo meritano le lavoratrici de La Perla, lo merita la storia del Made in Italy. E riusciremo anche in questo". Una promessa che arriva a meno di un mese dai tavoli tecnici già messi in calendario per il 10 e l'11 settembre, con tutte le procedure coinvolte nella vertenza: l'amministrazione straordinaria di La Perla Manufacturing, il curatore di La Perla Italia, i curatori italiani e i liquidatori inglesi di La Perla UK.

La crisi di La Perla non è una novità. Da tempo, infatti, si registrano segnali di difficoltà. Una studentessa si è persino laureata con una tesi sulla crisi dell'azienda, evidenziando come i problemi fossero evidenti già da tempo. La situazione è talmente critica che i dipendenti hanno organizzato proteste con sdraio e ombrelloni davanti alla sede storica di Bologna. Nonostante tutto, ci sono segnali di speranza. Tyche Bank ha stanziato un milione di euro per favorire la ripartenza dell'azienda. L'auspicio è che le parti trovino un accordo prima delle date fissate, possibilmente già entro fine mese, per consentire una prima ripresa della produzione con almeno una quarantina di dipendenti sul totale di 300.

L'udienza in tribunale che dovrebbe chiudere le procedure avviate è fissata per il 20 settembre. L'obiettivo è che i giudici riescano ad assorbire contestualmente in un'unica amministrazione straordinaria le liquidazioni giudiziali. Nel frattempo, sono almeno una decina gli imprenditori, anche internazionali, interessati all'acquisto del brand. L'obiettivo è vendere marchio e sito produttivo a un unico soggetto con vocazione industriale, in grado di garantire trasparenza e valorizzare le alte competenze delle lavoratrici con un serio progetto di rilancio. Per favorire l'esito, è in cantiere anche la possibilità di mettere mano alla normativa sull'amministrazione straordinaria, dato che uno dei nodi è fare combaciare le procedure italiana e britannica.

Da Londra arrivano segnali positivi sull'opportunità di un accordo con i commissari e curatori italiani. Se la situazione non dovesse sbloccarsi in poche settimane, Urso è disposto a prolungare le sessioni tecniche del 10-11 settembre ad oltranza. Sulla stessa linea sono anche sindacati e regione, da tempo decisi e impegnati a lavorare per una soluzione in tempi brevi. Come hanno spesso sottolineato le sigle sindacali, si tratta ormai di una corsa contro il tempo. La storia di La Perla è un simbolo del Made in Italy, e il suo futuro è cruciale non solo per le lavoratrici, ma per l'intero settore della moda italiana.

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