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CARCERI
01 Settembre 2024 - 12:00
Dopo l'ultimo suicidio in carcere, avvenuto giovedì sera a Reggio Emilia dove un uomo di 54 anni si è tolto la vita, la garante dei detenuti di Reggio Emilia Francesca Bertolini ha rilasciato alcune dichiarazioni: Un fulmine a ciel sereno. Riempire la giornata per i detenuti non è mai facile – sottolinea Bertolini – e spesso preoccupa il futuro fuori dal carcere". Nonostante le difficoltà, il carcere di Reggio Emilia non è considerato uno dei peggiori in Italia, ma i problemi legati al reinserimento nella società, come la mancanza di soluzioni abitative post-carcerarie, rimangono preoccupanti.
Tra le possibili soluzioni per prevenire il ripetersi di tali tragici eventi, la garante insiste sull'importanza di investire nella formazione professionale. L'acquisizione di competenze lavorative durante la detenzione non solo offre ai detenuti un modo per scandire il tempo trascorso in carcere, ma rappresenta anche una speranza per il futuro, una volta che avranno scontato la loro pena. "Dove c’è una opportunità interna di lavoro molto significativa, impari un mestiere, dai ritmo alla tua giornata, c’è anche una preoccupazione legata al futuro", conclude Bertolini. La situazione all'interno del carcere di Reggio Emilia, dove il numero di detenuti oscilla tra i 280 e i 290, non è delle peggiori in termini di sovraffollamento, con una popolazione carceraria in linea con le capacità della struttura. Tuttavia, persistono problemi strutturali che influenzano negativamente il benessere dei reclusi, come il caldo e l'umidità, aggravati dallo stato di ristrutturazione di due sezioni dell'edificio. ll 54enne era molto conosciuto all'interno del penitenziario, dove è descritto come "detenuto modello": faceva il cuoco per gli altri ospiti: lascia due figli.
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