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Il ritorno degli Oasis: la riscoperta di un'epoca e di un'icona estetica

Dal parka al taglio di capelli cult di Liam, ecco come la reunion potrebbe influenzare le nuove generazioni. E intanto,sui biglietti dei concerti...

Il ritorno degli Oasis: la riscoperta di un'epoca e i un'icona estetica

Oasis

Trent'anni dopo l'esplosione del loro album d’esordio, Definitely Maybe, e quindici anni dopo la lite memorabile del 28 agosto 2009 a Parigi che segnò la fine della band, gli Oasis tornano a sorpresa sulla scena musicale, pronti a riaccendere la passione dei fan del BritPop. L'annuncio del loro ritorno, previsto con una serie di concerti che promettono di essere epici, ha scatenato un’ondata di entusiasmo tra vecchie e nuove generazioni. Il loro ritorno, tuttavia, non si limita alla musica, ma porta con sé una rinascita di stili e tendenze che hanno segnato un’epoca.

Quando si parla degli Oasis, l'immagine che viene immediatamente alla mente è quella di Liam Gallagher avvolto in un parka verdone, un capo che ha finito per diventare sinonimo di BritPop. Originariamente introdotto nella moda londinese dai Mods negli anni '50, il parka è divenuto un simbolo dello stile britannico, rinato negli anni '90 anche grazie all’influenza degli Oasis. L’iconico parka, simbolo di un atteggiamento disinvolto e ribelle, è tornato alla ribalta, e con il ritorno della band, ci si può aspettare di vederlo ancora di più nelle strade delle città, indossato da chi vuole richiamare quell’epoca d’oro del rock inglese.

Lo stile dei Gallagher è sempre stato caratterizzato da una casualità solo apparente. Molti ricorderanno la famigerata drill-shirt di Umbro, indossata da Liam durante un concerto a Manchester nel 1996, trovata all’ultimo minuto negli spogliatoi dello stadio. Questo approccio rilassato al proprio look è parte della cultura BritPop, dove la semplicità e l’atteggiamento ribelle sono tutto. Tra i capi più rappresentativi c’è sicuramente il bucket hat, un accessorio che, pur sembrando fuori luogo nel contesto di parka e polo, è diventato un elemento distintivo di quella scena culturale, richiamando le atmosfere dei rave anni '90.

Nell’armadio dei fratelli Gallagher non poteva mancare la polo, un capo che ha attraversato decenni di storia britannica, da simbolo della Terrace Culture degli stadi inglesi negli anni '70, a icona del quiet luxury e del bloke core di oggi. La polo firmata Fred Perry, attillata e con il colletto rigorosamente abbassato, rappresenta non solo un pezzo di storia dello stile inglese, ma anche un capo che continua a riscuotere successo, testimoniando l’influenza duratura di estetiche passate che trovano nuove forme di espressione nel presente. Gli anni '90 hanno visto l'apice del fenomeno noto come Cool Britannia, un periodo in cui la bandiera britannica era al centro della scena musicale e culturale. Non è un caso che la Union Jack sia tornata di moda proprio in quel decennio, stampata su abiti e strumenti musicali, diventando un simbolo di orgoglio nazionale e ribellione. Gli Oasis, insieme ad altre icone come le Spice Girls, hanno contribuito a questa ondata di entusiasmo per tutto ciò che era britannico, e con il loro ritorno, la Union Jack potrebbe vivere una nuova era di gloria.

Infine, è impossibile parlare dello stile degli Oasis senza menzionare il loro inconfondibile taglio di capelli, un caschetto corto con frangia che richiama direttamente la subcultura mod degli anni '50 e '60. Questo look, già popolare tra icone come i Beatles e i Rolling Stones, è stato ripreso dai Gallagher e trasformato in un simbolo del BritPop. Oggi, con il ritorno degli Oasis, questo taglio sta già ritrovando popolarità, spinto dai trend nostalgici che stanno spopolando su piattaforme come TikTok.

E intanto, i biglietti per il tour 2025...

Il ritorno degli Oasis sul palcoscenico, annunciato il 27 agosto, ha scatenato una vera e propria tempesta tra i fan storici e i nuovi spettatori, rivelando una realtà economica ben diversa da quella vissuta nel loro ultimo tour del 2009. I fratelli Gallagher, simbolo di un'epoca musicale indimenticabile, si preparano a riempire gli stadi nel 2025 con una serie di concerti nel Regno Unito e in Irlanda. Tuttavia, l'euforia per la reunion è stata oscurata da un aspetto molto più concreto: l'impennata vertiginosa dei prezzi dei biglietti.

Negli anni recenti, i costi dei biglietti per eventi dal vivo sono diventati un tema di grande discussione. Mentre artisti come Taylor Swift hanno visto i prezzi dei biglietti salire alle stelle, con lunghe code virtuali e un fiorente mercato secondario, la realtà dei concerti degli Oasis sembra aver portato questa tendenza a nuovi estremi. Per i fan degli Oasis, che ricordano con nostalgia il loro ultimo tour del 2009, l'idea di dover sborsare cifre significativamente più alte per un biglietto è stata una doccia fredda. L'acquisto di un biglietto per i concerti del 2025 è stato un vero e proprio percorso ad ostacoli. Oltre al quiz preliminare pensato per filtrare i bot e garantire la partecipazione di veri fan, i tifosi hanno dovuto affrontare lunghe code online e il fastidioso fenomeno del prezzo dinamico. Questo sistema, in cui il costo dei biglietti aumenta in base alla domanda, è una pratica comune negli Stati Uniti, ma rappresenta una novità in Inghilterra, dove l'adozione di tali modelli ha sollevatopreoccupazioni significative.

La critica non si è fatta attendere. Le autorità britanniche, preoccupate per la trasparenza e l'equità del mercato, hanno avviato indagini sulle pratiche di pricing dei biglietti. La BBC ha riportato che il governo britannico, attraverso la Segretaria alla Cultura Lisa Nandy, ha espresso il proprio disappunto riguardo ai prezzi elevati che rischiano di escludere i fan più fedeli. Nandy ha definito la situazione «deprimente», sottolineando come l'accesso agli eventi dal vivo dovrebbe rimanere alla portata di tutti i veri appassionati, e non limitato a chi può permettersi i costi più alti.

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