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IL GIALLO
19 Settembre 2024 - 19:58
Il piccolo comune di Traversetolo è stato scosso da una serie di rivelazioni sconvolgenti che trascendono la macabra scoperta di due neonati sepolti nella villetta della famiglia Petrolini. Chiara Petrolini, la ventiduenne al centro di questo dramma, si trova ora a fronteggiare una verità che non può essere ignorata. Le sue iniziali dichiarazioni si scontrano frontalmente con le certezze scientifiche, rivelando un quadro ben più complesso di quanto fosse apparso in un primo momento.
L'elemento scatenante di questa tragica vicenda è stato il ritrovamento del primo neonato il 9 agosto, avvolto in un telo e sepolto nel giardino di casa. Dopo aver negato ogni responsabilità, Chiara è stata costretta a riconoscere il bambino come suo figlio, ma ha sostenuto che fosse nato morto. L’autopsia ha demolito questa versione: il piccolo, nato vivo, aveva respirato e quindi aveva iniziato a vivere prima di essere sepolto.
La confessione della Petrolini include dettagli che sembrano così crollare sotto il peso delle prove. La giovane donna ha ammesso di aver lasciato morire il secondo neonato, quello nato in agosto, chiuso in un sacchetto. Ma la verità emersa dall'autopsia sembra contraddire questa versione. Il bimbo di agosto, nato al nono mese, aveva aria nei polmoni, suggerendo che fosse ancora vivo quando la Petrolini lo avrebbe seppellito nel giardino di casa. Un dettaglio che solleva interrogativi inquietanti su cosa sia accaduto realmente.
Inoltre, le indagini hanno rivelato la presenza di macchie di sangue nel bagno della casa, un elemento che potrebbe nascondere tracce di un crimine. L'uso del Luminol ha messo in luce la possibile presenza di sangue pulito, che potrebbe essere legato a uno dei due neonati. E non è tutto: l'autopsia ha scoperto un segno di colpo alla testa del secondo neonato, il che potrebbe indicare un atto violento intenzionale o un incidente durante la sepoltura. Questo particolare non fa che aggravare ulteriormente la posizione della Petrolini, portando a una serie di sospetti che si allargano anche ad altri individui.
Gli investigatori stanno ora esaminando il ruolo di sei persone nella vicenda, tra cui due amiche della Petrolini. Una di esse, studentessa di ostetricia, ha riferito di aver avuto un sospetto dopo una conversazione ambigua con la giovane, ma non ha notato segnali evidenti di una gravidanza. Le autorità stanno indagando a fondo, con la possibilità di esaminare anche i supporti informatici per ottenere ulteriori prove.
A rendere il caso ancora più intricato è stata la scoperta, il 13 settembre, di un secondo corpo. Questo neonato, partorito presumibilmente a maggio dello scorso anno, è stato rinvenuto in seguito a uno scavo mirato, a conferma di un’operazione più complessa di quanto inizialmente si pensasse. I RIS di Parma sono tornati sul luogo per cercare ulteriori frammenti ossei e raccogliere indizi cruciali sul tempo di sepoltura e lo stato del corpo.
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