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IL GIALLO
21 Settembre 2024 - 09:10
Vignale di Traversetolo, provincia di Parma. Un tranquillo villino in via Baietta diventa teatro di uno dei crimini più scioccanti degli ultimi anni. Chiara Petrolini, una studentessa 22enne di Giurisprudenza, è ora al centro di un’indagine per duplice infanticidio. Dopo aver dato alla luce e seppellito il suo secondo figlio nel giardino di casa, ha ripreso la sua vita quotidiana senza lasciare trasparire il dramma che stava vivendo.
Secondo quanto riferito dal procuratore capo di Parma, Alfonso D’Avino, Chiara ha concepito e portato avanti la gravidanza con l'intento di "sopprimere" il nascituro. Non ha mai mostrato segni di desiderio di prendersi cura dei suoi piccoli. Le sue ricerche su Google, scoperte dagli investigatori, rivelano una mente tormentata: “Come tenere nascosta la gravidanza”, “Come non far vedere la pancia”, e ancora “Come indurre un aborto”, fino a richieste più macabre come “Quanto puzza un cadavere”. Sono solo alcuni dei segnali che indicano come la giovane volesse nascondere la propria condizione, tanto da informarsi su come indossare abiti che mascherassero il pancione e su erbe o farmaci, come il misoprostolo, che potessero provocare l’aborto.
La scoperta è avvenuta grazie a una segnalazione da parte della nonna, che il 7 agosto ha trovato il corpo del neonato sepolto nel giardino. Dopo essere stata interrogata, inizialmente Petrolini ha negato ogni coinvolgimento, sostenendo di non essere la madre e di non fare uso di sostanze come alcool o marijuana. Tuttavia, di fronte alle prove schiaccianti, come l’esame del DNA e la visita ginecologica, ha parzialmente ammesso i fatti, raccontando di aver partorito e di aver trovato il bambino già morto. La sua giustificazione appare frammentaria, contraddittoria, e non chiarisce il quadro. Ha raccontato di essere svenuta durante il parto e di aver seppellito il figlio “per averlo vicino”, mentre cercava in rete risposte su temi inquietanti, come la decomposizione di un cadavere.
L’ordinanza del Gip ha ricostruito i fatti, che lasciano emergere dettagli agghiaccianti: dopo il parto e la sepoltura del figlio, Chiara è andata dall’estetista e ha partecipato a una festa in vineria, parlando tranquillamente del suo ciclo mestruale con gli amici. Due giorni dopo la nascita del figlio, ha preso un volo per New York. Un comportamento che, secondo il procuratore D’Avino, rende ancora più difficile decifrare la psiche della giovane.
Durante le indagini, la posizione dei genitori e del fidanzato di Chiara è stata esaminata, ma alla fine la Procura ha ritenuto che fossero all'oscuro di tutto. Una telefonata intercettata tra Chiara e sua madre, dopo il ritrovamento del primo neonato, sembra confermare questa ipotesi. La madre si chiedeva se anche un’abbondante emorragia avuta dalla figlia l’anno precedente fosse collegata a un parto non dichiarato.
Mentre il processo si prepara a valutare la sanità mentale della ragazza, rimane il quesito di fondo: cosa si nasconde nella mente di Chiara Petrolini? Da un lato, la giovane afferma di aver voluto quei figli, dall’altro, le sue ricerche e le azioni sembrano indicare il contrario. Gli investigatori credono fermamente che la tragedia fosse premeditata. Durante uno degli interrogatori, Chiara ha detto: “Io quei figli li volevo”, ma alla domanda se li volesse vivi, ha risposto affermativamente, lasciando però dietro di sé una scia di interrogativi e dolore.
Un caso che scuote l'opinione pubblica e che, probabilmente, segnerà per sempre la storia di una piccola comunità.
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