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Morire di lavoro
28 Settembre 2024 - 19:26
Un dramma che getta una luce inquietante sulle condizioni di lavoro degli operatori sanitari. Un infermiere di 42 anni, impiegato presso il reparto di medicina d'urgenza dell'Ospedale Maggiore di Bologna, è stato trovato senza vita nel suo appartamento in centro città. A fare la tragica scoperta è stata la sorella, che verso le 19 è entrata in casa e ha trovato il fratello impiccato. Sul posto è intervenuta la polizia, che ha avviato gli accertamenti del caso.
UN GESTO ESTREMO CHE LASCIA INTERROGATIVI
Le motivazioni che hanno portato l'infermiere a compiere questo gesto estremo non sono ancora chiare. Tuttavia, il sindacato infermieri Fials, che ha dato notizia del suicidio, ha espresso profondo cordoglio alla famiglia del collega. "Non sono ancora chiare le motivazioni del suo gesto estremo - ha dichiarato il segretario regionale Alfredo Sepe - ma sappiamo che i lavoratori dell'Ospedale Maggiore sono in continua pressione a causa della carenza di personale, dei doppi turni e dei carichi di lavoro ingestibili, uno stress che può generare ansia e depressione e che si aggiunge alle frequenti aggressioni".
LA DENUNCIA DEL SINDACATO FIALS
Il sindacato Fials non si è limitato a esprimere il proprio dolore per la perdita del collega, ma ha anche annunciato l'intenzione di presentare un esposto all'Ispettorato del Lavoro. "È necessario che le autorità competenti intervengano per verificare le condizioni di lavoro all'interno dell'ospedale - ha aggiunto Sepe - e per garantire che episodi come questo non si ripetano". La denuncia del sindacato punta il dito contro una situazione lavorativa che, secondo quanto riportato, sarebbe diventata insostenibile per molti operatori sanitari.
UN PROBLEMA SISTEMICO
La tragedia di Bologna non è un caso isolato. Negli ultimi anni, il settore sanitario ha visto un aumento preoccupante dei casi di stress lavoro-correlato, ansia e depressione tra il personale. La pandemia di Covid-19 ha ulteriormente aggravato una situazione già critica, mettendo a dura prova la resistenza fisica e psicologica degli operatori sanitari. "Le condizioni di lavoro sono diventate insostenibili - ha sottolineato Sepe - e questo non può che avere ripercussioni sulla salute mentale dei lavoratori".
LA NECESSITÀ DI UN INTERVENTO URGENTE
La morte dell'infermiere bolognese solleva interrogativi urgenti sulla necessità di interventi strutturali per migliorare le condizioni di lavoro nel settore sanitario. "Non possiamo più permetterci di ignorare questi segnali di allarme - ha concluso Sepe - è necessario un intervento immediato per garantire che i nostri operatori sanitari possano lavorare in condizioni di sicurezza e serenità".
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