fatti e notizie
Cerca
Opinion & Commenti
02 Ottobre 2024 - 19:22
Non c'è giorno in cui l'offensiva portata avanti da Israele non venga osservata con lo sguardo sospettoso di chi, comodamente seduto nei salotti occidentali, considera ogni tentativo dello Stato ebraico di difendersi come un'inevitabile, vergognosa, evidente e allarmante escalation. Ma escalation per chi, mi chiedo? Per coloro che da decenni minacciano la sua esistenza? Per quelle organizzazioni terroristiche che, finanziate e armate dall'Iran, hanno come obiettivo dichiarato la distruzione di Israele, la cosiddetta da loro "entità sionista"?
Israele, l'unica democrazia nel Medio Oriente, è assediata da dittature e regimi teocratici che non tollerano la sua esistenza. Dopo il pogrom subito il 7 ottobre di un anno fa, quando Hamas ha perpetrato atroci attentati contro civili inermi e rapito come ostaggi centinaia di civili? Israele sta portando avanti una legittima reazione di difesa contro coloro che minacciano la sua sopravvivenza. Eppure, molti media occidentali sembrano dimenticare chi sia l'aggressore e chi l'aggredito.
L'Iran, con la sua gerarchia del clero sciita che schiaccia il popolo iraniano da oltre quattro decenni, ha intensificato le sue azioni aggressive. L'attacco con missili da crociera contro Israele, quasi tutti intercettati, è una mossa avventata che sicuramente scatenerà una risposta decisa da parte dello Stato ebraico. Questo potrebbe dare forza al popolo iraniano per sbarazzarsi di una dittatura che perseguita donne e giovani con imposizioni oppressive, persecuzioni della polizia, e repressione brutale di ogni dissidenza.
Non dimentichiamo che Hezbollah in Libano e gli Houthi in Yemen, serventi dell'Iran, lanciano continui attacchi contro Israele e gli interessi occidentali. Dall'8 ottobre dell'anno scorso, Hezbollah ha sparato oltre ottomila razzi contro il nord di Israele, in palese violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite. Gli Houthi, dal canto loro, attaccano le navi che si dirigono verso il Canale di Suez, danneggiando pesantemente il commercio globale e causando aumenti dei prezzi che colpiscono tutti noi.
È sorprendente come molti giornali in Europa e in America non sottolineino la matrice terroristica di organizzazioni come Hamas, Hezbollah, gli Houthi e lo Stato Islamico. Questi gruppi utilizzano le popolazioni civili come scudi umani e sono responsabili di atrocità indicibili sia in Medio Oriente che nel resto del mondo. Eppure, l'attenzione dei media sembra spesso focalizzarsi sulla reazione di Israele, piuttosto che sulle azioni che l'hanno provocata.
I "follower devoti" alle Nazioni Unite cercano spiegazioni per giustificare gli attacchi contro Israele, quasi come se lo Stato ebraico si fosse "cercato" queste aggressioni. Ma chi sceglie di seguire questa impostazione ignora una realtà difficile da negare: la guerra contro Israele ha già assunto da anni un carattere non regionale. La minaccia rappresentata dall'Iran e dai suoi alleati è globale, non limitata ai confini del Medio Oriente.
L'esperienza di Israele nell'ultimo anno è un promemoria per l'Occidente sul costo della deterrenza fallita e su ciò che è necessario per ripristinarla. Israele ha abbassato la guardia contro Hamas un anno fa e ha pagato un prezzo terribile. Il fatto che sia determinato a non ripetere quell'errore con Hezbollah dovrebbe essere una buona notizia non solo per chi ama Israele ma anche per chi si augura un futuro con meno terrorismo nel mondo.
Come ha giustamente ricordato il presidente americano Joe Biden: "Hassan Nasrallah e il gruppo terroristico da lui guidato, Hezbollah, sono stati responsabili dell'uccisione di centinaia di americani nel corso di un regno di terrore durato quattro decenni, e la sua morte in seguito a un attacco aereo israeliano è una misura di giustizia". Parole forti che dovrebbero risuonare nelle capitali europee, troppo spesso silenziose di fronte alle aggressioni subite da Israele. Israele rappresenta un pezzo d'Occidente in una regione dominata da regimi autoritari e teocratici. La sua difesa non è solo una questione regionale, ma una necessità per bloccare l'espansione dell'estremismo e del terrorismo che minacciano la sicurezza globale. L'Iran, principale nemico di Israele, è anche avversario di altri stati come l'Arabia Saudita, di osservanza sunnita. La rivalità tra sunniti e sciiti aggiunge un ulteriore livello di complessità a una situazione già instabile. Difendere Israele significa anche sostenere i valori democratici, i diritti umani e le libertà individuali che sono alla base delle società occidentali. Significa opporsi a dittature che reprimono brutalmente le loro popolazioni e finanziano il terrorismo internazionale.
E’ interesse di tutto il mondo libero schierarsi, senza se e senza ma, con coloro che si difendono da minacce esistenziali e contro chi, come l'Iran e i suoi alleati, continua a fomentare il terrorismo e l'instabilità regionale. È tempo che l'Occidente riconosca la legittimità, appoggi le azioni di Israele e condanni senza riserve le organizzazioni terroristiche che cercano di distruggerlo.
L'escalation che va condannata è quella che nasce non dalla volontà di un paese di difendere la sua esistenza, ma dalla volontà della sorgente del terrore chiamata Iran di armare tutti i suoi scherani armati per provare a cancellare Israele dalla carta geografica. Ignorare questa realtà non fa che alimentare ulteriormente le fiamme del conflitto e mettere a rischio la sicurezza nel mondo.
BolognaCronaca.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati Email redazione@cronacabologna.it. Fax. 0116669232 |ISSN 2611-2272
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
Nell'anno 2023 sono stati percepiti i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell'articolo 5 del medesimo decreto legislativo.