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Il caso
10 Ottobre 2024 - 12:00
La cronaca giudiziaria italiana si arricchisce di un nuovo capitolo che intreccia lusso, crimine e social media. Al centro di questa intricata vicenda c'è Omar Mohamed, un imprenditore calabrese di 39 anni, noto sui social come lo "sceicco". La sua vita, caratterizzata da un'ostentazione sfrenata di ricchezza, è stata messa sotto la lente d'ingrandimento dalla Guardia di Finanza e dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che lo hanno arrestato con l'accusa di riciclaggio di proventi della criminalità organizzata.
Il profilo Instagram di Omar Mohamed è un caleidoscopio di immagini che raccontano una vita all'insegna del lusso più sfrenato. Auto di lusso come Porsche e Lamborghini dai colori sgargianti, gioielli d'oro che adornano polsi e collo, e barche che solcano mari cristallini. Ma dietro questa facciata scintillante si nascondeva un mondo oscuro, fatto di legami con la criminalità organizzata e attività illecite.
Omar Mohamed non era solo un volto noto sui social, ma anche un protagonista della vita notturna bolognese. Gestiva diversi locali, tra cui il "Crudo" sushi bar di via San Mamolo, un punto di riferimento per la movida cittadina. Le immagini postate sui social lo ritraevano spesso all'interno di questi locali, circondato da un'aura di successo e potere. Tuttavia, dietro le quinte, si celava un uomo descritto come violento e aggressivo, pronto a minacciare e aggredire chiunque gli dovesse dei soldi.
Il nome di Omar Mohamed non è nuovo alle cronache giudiziarie. Già nel 2016 era finito nel mirino della magistratura nell'ambito dell'inchiesta "Ragnatela", un'operazione che aveva svelato un intreccio di interessi criminali e sfruttamento lavorativo nella casa di riposo "Sassocardo" di Porretta Terme. In quel contesto, Mohamed era accusato di tentata estorsione pluriaggravata dal metodo mafioso per un pestaggio avvenuto nella palestra del Dopolavoro Ferroviario. Le intercettazioni riportano frasi inquietanti, in cui Mohamed si vantava di aver "sfondato" di botte una vittima, rompendogli il naso "a sangue".
Mohamed è stato accusato anche di praticare usura nei confronti di un imprenditore che, a causa di difficoltà finanziarie dovute al gioco d'azzardo, si sarebbe visto applicare un tasso d'interesse pari al 240%, ampiamente oltre la soglia legale stabilita dalla Banca d’Italia. Inoltre, le indagini rivelano un tentativo di sequestro di persona e anche atti persecutori nei confronti di una cuoca, la quale sarebbe stata costretta a lavorare oltre il doppio delle ore previste dal suo contratto. Mohamed, difeso dall'avvocato Matteo Murgo, dovrà presentarsi davanti al giudice per l'interrogatorio di garanzia.
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