Giovanni Favia assolto nuovamente: non diffamò la Casaleggio & C.

Giovanni Favia, già consigliere comunale e regionale del Movimento 5 Stelle, animatore del primo Vaffa-day in piazza Maggiore, ha visto ribaltata la sentenza che lo condannava a 500 euro di multa e a 15 mila euro di risarcimenti vari per diffamazione a carico di Beppe Grillo, dello stesso M5Stelle e della Casaleggio associati. Favia, il quale è stato uno dei primi "espulsi eccellenti" dal movimento creato dal comico genovese, era stato citato in tribunale, a Roma, per un articolo pubblicato su "Il Tempo", nell'ormai lontano 4 aprile 2014, in cui adombrava rapporti poco trasparenti tra il partito e la società di gestione della galassia mediatica che lo sostiene. Davide Casaleggio, figlio del patron, scomparso ormai da qualche anno, aveva anche ottenuto il sequestro di un conto bancario intestato a Favia - imprenditore nel settore della ristorazione, a Bologna -, a garanzia dell'eventuale assolvimento degli obblighi risarcitori. Adesso, invece, la Corte d'Appello della Capitale ha riconosciuto come Favia abbia esercitato, nell'articolo citato, solo ed esclusivamente un "pertinente e legittimo diritto di critica politica", come protestato dal suo legale, Francesco Antonio Maisano, nel ricorso depositato. Favia, per altro, avrebbe potuto già da tempo avvalersi degli effetti della prescrizione, a cui, però, ha rinunciato per poter veder riconosciute pienamente - come in effetti è avvenuto - le sue ragioni. Insomma, questa volta, il "vaffa", se l'è preso Grillo, dalla magistratura.