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Bologna seconda in Italia per morti sulle strade

I dati Istat-Aci destinati a sollevare polemiche politiche

Bologna seconda in Italia per morti sulle strade

I freddi numeri - e che siano "gelidi", trattandosi di morti, non ci sono dubbi - sembrano impietosi con le città che, da diversi anni e da ben prima che se ne parlasse in Europa, adottano filosofie "green" per i trasporti e la mobilità. Al vertice della classifica per decessi in seguito a incidenti stradali, infatti, dietro a Venezia, ci sono tre delle città simbolo del Centrosinistra e della guerra alle auto private: nell'ordine, Bologna, Milano e Reggio Calabria. Per di più, gli impietosi dati vengono registrati da Istat e Aci in un anno, il 2023, in cui si registra una significativa flessione su base nazionale della mortalità stradale. A fronte di un leggero aumento degli incidenti stradali con feriti - più 0.4% rispetto al 2022 -, i decessi totali sono calati del 3.8%. A prima vista, questi numero testimonierebbero come, per limitare il più possibile la morte degli automobilisti, abbia una certo influenza il progresso tecnologico dei mezzi di circolazione, rispetto al resto dei provvedimenti adottati o adottabili. E tra questi provvedimenti poco utili, per esempio, c'è chi annovera le così dette "zone 30" cittadine che, per quanto adottate nel 2023 e, quindi, non ancora rilevate statisticamente, contribuiscono a quella complicazione nella gestione dei flussi di traffico che, appunto, da qualche lustro caratterizzano Bologna e Milano, in particolare. Dalle stanze del sindaco, ovviamente, la lettura è diametralmente opposta, dal momento che, questi numeri tutt'ora tristemente altissimi, rafforzerebbero la convinzione di dover limitare ulteriormente la mobilità privata, quanto meno nella velocità. Di contro, per esempio Costanza Bendinelli, di Forza Italia, sottolinea come le statistiche dovrebbero aiutare la maggioranza a superare gli ideologismi sovietici, risolvendosi a cercare soluzioni più innovative che, alla fluidificazione e alla sicurezza del traffico urbano, giungano mediante meno divieti e maggior opportunità di sosta, intermodalità e trasporto pubblico nelle ore più pericolose della giornata. <Basti pensare - tanto per fare un esempio - agli incidenti, spesso mortali che, anche a Bologna, avvengono di notte. Cioè, quando gran parte della mobilità pubblica, a eccezione dei taxi che, infatti, risultano insufficienti agli occhi dei cittadini, dorme tranquillamente ed è ferma nei garage>. In termini reali, nel 2023 rispetto al 2022, Bologna ha registrato 21 morti sulle strade in più.

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