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Emergenza vigili del fuoco: vecchi mezzi e personale in calo mentre aumentano le emergenze

Nel bolognese i fiumi e canali esondano, i fossi straripano ma i vigili del fuoco sono sempre meno

In Emilia Romagna la situazione dei vigili del fuoco è sempre più preoccupante. I vigili del fuoco a Bologna, che si trovano ad operare con un parco mezzi tra i più datati d’Italia, si vedono costretti a gestire un numero crescente di emergenze con risorse sempre più limitate. 

Il Comando provinciale di Bologna si trova a fronteggiare situazioni critiche con camion che vantano in media oltre 20 anni di servizio. Dall'inizio dell'anno, il comando ha effettuato quasi 15mila interventi, un numero impressionante che mette in luce l'importanza di aggiornare i mezzi e incrementare il personale. Tuttavia, le assegnazioni di nuovi vigili sono state pari a zero durante la recente mobilità nazionale, una decisione che aggrava una situazione di organico già allo stremo. La componente sommozzatori, fondamentale durante eventi di esondazione e alluvione, si è ridotta drasticamente, mentre i mezzi nautici, così come le autopompe e autoscale, sono ormai poco funzionali. Quando un veicolo chiave come un'autopompa o un'autoscala si guasta, il sistema di soccorso va in crisi, obbligando il comando a richiedere supporto dai distretti vicini, mettendo in difficoltà anche loro. 

La USB, l'organizzazione sindacale dei Vigili del Fuoco, ha lanciato un appello urgente per un incremento del 10% dell'organico, pari a circa 50 unità, e per il rinnovo dei mezzi, con priorità a autopompe, autoscale e veicoli 4x4 dotati di attrezzature specifiche per il rischio acquatico. È essenziale, secondo la USB, migliorare la sinergia tra vigili del fuoco e protezione civile, in attesa di una riforma di tutto il sistema di soccorso nazionale che riconosca ai vigili un ruolo centrale all'interno del sistema di protezione civile.

La denuncia si estende anche alla mancata prevenzione e cura del territorio. La USB richiama l'attenzione sulla necessità di interventi strutturali per la manutenzione degli alvei, corsi d'acqua e strutture idriche, al fine di prevenire e ridurre i danni causati da eventi alluvionali. La resilienza non basta se non è accompagnata da azioni concrete volte a tutelare il tessuto sociale ed economico della regione. Alla luce delle recenti emergenze, l'appello è chiaro: stop alla cementificazione selvaggia, all'abbattimento indiscriminato di alberi e alle grandi opere inutili che compromettono la salute del territorio. È tempo di investimenti mirati per un futuro più sicuro e sostenibile per tutti.

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