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ALLUVIONE DAY AFTER
21 Ottobre 2024 - 17:02
L'arcivescovo Zuppi insieme al sindaco Lepore
Matteo Lepore lo ha chiamato "il giorno del ripristino" e, in effetti, il cielo minaccioso, ma senza pioggia, ha permesso anche ai residenti delle strade più martoriate - da via San Mamolo a via Andrea Costa -, se non di completare, almeno di portare a buon punto la rimozione dei cumuli di fango da dentro le abitazioni e dalle strade. La chiusura delle scuole, anche se solo per la giornata di oggi, ha contribuito a far tornare alla (quasi) normalità la situazione. Il sindaco ha fatto appello a tutte le forze politiche, affinché rifuggano la tentazione di fare propaganda elettorale - tra poco si voterà per le regionali anche nel capoluogo - dopo la sciagura di sabato e domenica, salvo, però, sottolineare come - a suo modo di vedere le cose - il Comune non avrebbe responsabilità per l'accaduto. "La città si è allagata da sotto, non da sopra - questa l'interpretazione dei fatti offerta da Lepore - e, per questo, occorre ora studiare e intervenire sui canali e i torrenti tombati sotto le strade e spesso anche sotto i palazzi. In particolare l'intervento principale deve essere sul Ravone, a monte, per difendere la città. Non servono argini, ma casse di laminazione". Sabato scorso, sostiene ancora il primo cittadino, sarebbe piovuta "il doppio dell'acqua del 2023", travolgendo ogni previsione e ogni possibilità di reazione tempestiva. Poi, Lepore ha detto ancora che "a creare problemi sono stati soprattutto i torrenti, che hanno alvei molto piccoli e che vengono dalla collina, portandosi dietro tutto ciò che trovano. Da sempre quando arrivano in città portano tutti i detriti nei cassoni. Dove abbiamo lavorato, in via Saffi, non ci sono stati problemi che, invece, si sono verificati più a valle e più a monte, dove la pressione dell'acqua ha fatto saltare i cassoni. Nei garage e nelle cantine sono scoppiati i muri, l'acqua è venuta su dalle fogne. In uno scantinato l'acqua è uscita dal water". Ovviamente, questa autoassoluzione non ha contribuito a far sì che le forze d'opposizione aderissero all'invito a quella che, forse con un eccesso di enfasi e retorica, Lepore ha definito "grande unità repubblicana". E, infatti, le risposte non si sono fatte attendere e sono state del tutto negative. Fratelli d'Italia, per voce del consigliere comunale Fabio Brinati, evidenzia come "non si può continuare a dire che su Bologna ci sia la nuvoletta di Fantozzi. Doveva essere ormai prevedibile. Ora il sindaco parla di vasche di laminazione, ma doveva essere fatto da tempo invece di impiegare i soldi per il tram. Ci chiedete unità istituzionale quando vi pare, ma in altre occasioni ci accusate di fare terrorismo e propagare fake news". Sulla stessa lunghezza d'onda, Daniele Marchetti, consigliere e capolista della Lega in Regione: "E' facile chiedere unità oggi, ma è solo un modo per sfuggire alle proprie responsabilità. I Piani speciali, che secondo Lepore giacciono nei cassetti del commissario straordinario alla ricostruzione post alluvione 2023, contengo progetti di opere idrauliche attese da almeno un decennio. Tanto che, a questo punto viene da chiedersi cosa abbiano fatto le istituzioni locali sino ad oggi. E' tempo di cambiare registro. Serve una discussione seria che coinvolga tutti gli attori competenti per affrontare la questione delle infrastrutture, dei canali di bonifica e dei futuri investimenti sulla rete fognaria". Tenta di defilarsi dallo scontro Forza Italia che, con Nicola Stanzani, fa sapere che non si unisce alla richiesta di dimissioni al sindaco:"Primo, perché tanto non le darà. E poi perché sarebbe come scappare, invece il sindaco deve assumersi tutte le sue responsabilità. Prima di tutto, la smetta di rifiutare ogni proposta di collaborazione da parte dell'opposizione, alimentando lo scontro. E poi si abbandoni l'ambientalismo da strapazzo, che pensa che solo l'uomo sia il problema. Rivaluti con rigore e umiltà tutte le opere progettate, come la scopertura del Canale di Reno. Ed eviti il benaltrismo". La posizione di Forza Italia, che spezza il fronte del Centrodestra, sembra allineata a quella della Diocesi bolognese che - come spiega monsignor Giacomo Ottani, vicario della Curia - da oggi organizzerà una "piccola unità di crisi anche in ambito ecclesiale che anche il vescovo ha chiesto di attivare. C'è la necessità di coordinarsi, e sarà il Comune ad avere la regia, anche per spostare i nostri gruppi nelle situazioni di più immediato rischio". D'altro canto, il vescovo e presidente della Conferenza episcopale italiana, Matteo Zuppi, non ha mai nascosto più di tanto la sua personale simpatia per l'amministrazione bolognese targata Pd.
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