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ALLUVIONE
28 Ottobre 2024 - 16:20
Matteo Lepore
Il sindaco di Bologna chiede alle forze di opposizione di non fare campagna elettorale, speculando sul recente disastro alluvionale, con un'intervista a "La Repubblica", con cui, però, non manca di coprire d'insulti i suoi avversari. Le parole usate da Matteo Lepore sono grosse davvero, stavolta: non solo "negazionisti" e "disinformatori", ma gli avversari di Centrodestra, secondo lui, sarebbero una sorta di "patologia", da cui il corpo della città si salverebbe solo grazie agli "anticorpi" costituiti dal Pd e dai oro alleati politici e sociali. Inoltre, il primo cittadino di Bologna ha trovato subito nell'ex-collega di Ravenna e attuale candidato a presidente della Regione, Michele De Pascale, una sponda sicura a cui appoggiarsi: "La gestione delle acque non può essere scaricata sulla responsabilità dei sindaci- afferma de Pascale- è assurdo. I fiumi passano da un Comune all'altro, da una provincia all'altra, ci sono competenze ed enti diversi, non si gestiscono Comune per Comune, è una follia. E quindi a scaricare le responsabilità, l'anno scorso sui sindaci della Romagna, che peraltro segnalo sono stati tutti gli eletti con percentuali altissime, e ora prendersela con Lepore, mi sembra strumentale e ingeneroso". Peccato, però, che a Bologna non si siano rotti degli argini, ma come ha dovuto ammettere lo stesso sindaco, è saltata per aria buona parte della rete fognaria. E sono stati in molti a sorridere, ascoltando il Lepore sostenere che a non reggere sarebbe stata l'intera rete di 40 chilometri di canali e tubature sotterranee. Infatti, se si trattasse di un unico recipiente e non già - come invece è, di un dedalo di conduttore con molti e diversi sfoghi esterni alla città (depuratori, casse di contenimento, vasche di laminazione, ecc.) -, per saturare l'intera volumetria di così tante decine di migliaia di metri cubi, col risultato di sgorgare all'esterno di strade e palazzi, il sistema fognario della città sarebbe dovuto esser invaso dalla portata d'acqua di un fiume come l'Orinoco, non certo da quella del torrente Ravone... insomma, la sensazione che si ha è un po' quella della pretesa: non si deve strumentalizzare in negativo quanto è accaduto sabato, da parte delle opposizioni; fatto salvo il diritto della maggioranza ad autoassolversi e ad attaccare frontalmente gli avversari. Non solo, il sindaco ha anche chiamato in causa anche enti secondari, come la Bonifica renana, scaricando su questi buona parte della responsabilità di quanto patito da Bologna. Ovviamente, le reazioni non si sono fatte attendere. Daniele Marchetti - consigliere regionale della Lega e capolista dello stesso partito alle prossime elezioni - taglia corto: "Lepore, che ora punta il dito contro il consorzio Bonifica Renana, Consorzio dei canali e Agenzia regionale, non è mica nuovo all’amministrazione. Se davvero crede che ci siano state mancanze, avrebbe potuto sollecitare gli enti già in passato. Da tempo propongo un tavolo tecnico che metta insieme le competenze necessarie. È ora di passare ai fatti e trovare soluzioni concrete e durature”. Più sarcasticamente dura Costanza Bendinelli, di Forza Italia: "Probabilmente, Lepore deve aver perso un po’ la testa, in questi giorni, dal momento che si comporta esattamente come quei ragazzini gravemente afflitti da bullismo che urlano, minacciano e tentano di portare via i soldi a chi gli si para davanti. Il mio partito ha sentito subito la necessità d'invitare tutti a collaborare insieme e con senso delle istituzioni e non ha sottoscritto il manifesto per le immediate dimissioni del sindaco, pur legittimamente lanciato da alcuni alleati. Ciò detto e dimostrato, per collaborare bisogna essere in due e se Lepore e la sua maggioranza pensano di ottenere così l’altrui aiuto, dimostrano solo quanto siano distanti dalla realtà, facendo quindi capire, a tutta Bologna, anche perché sia possibile che accadano certe cose, se la ragionevolezza dell’agire del sindaco è quella di stamane”. La capogruppo Francesca Scarano e la consigliera comunale Manuela Zuntini, di Fratelli d'Italia, sottolineano la gravità del fatto che, a 10 giorni dal disastro, non ci sia alcuna chiarezza "sulla catena di eventi e di responsabilità" che hanno portato la città a sprofondare sotto l'acqua. Insomma, si parla di abbassare i toni e di rimboccarsi le maniche, ma la campagna elettorale impera e, forse, non potrebbe essere altrimenti.
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