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CENTRO SOCIALI
03 Novembre 2024 - 12:53
L'ignobile foto diffusa sui social
Mentre a livello nazionale, la Sinistra e il Pd, in particolare, sono da anni e anni impegnati a propalare la tesi che Aldo Moro sarebbe stato ucciso sì dalle Brigate Rosse, ma perché eterodirette dalla Cia e dalla P2; a Bologna i gruppi estremistici alleati con Elly Schlein, quelli che in Comune hanno per punto di riferimento Emily Clancy, non perdono il vizio di rivendicare la geometrica potenza posta in essere, nel marzo 1978, col rapimento e l'assassinio dell'esponente democristiano.
Due anni fa, a suscitare scandalo, era stata la band P38 che, oltre che a esibire la famigerata stella a cinque punte nella propria simbologia ai concerti, proponeva al pubblico un intero repertorio di brani inneggianti alle Br e all'uccisione di Moro. Brani dai titoli inequivocabili, come Renault (che richiamava l'auto in cui fu fatto trovare il corpo senza vita del politico), Primo comunicato, Nuove Br e la stomachevole Ghiaccio siberia, che si apre con la nota registrazione dell’intervista con Mario Moretti di Sergio Zavoli, con cui il brigatista illustrava la strategia che portò alla nefanda azione.
Per altro, proprio per rilanciare sui social quest'ultima canzone, i P38 - i cui componenti erano anonimi e usi a esibirsi travisati con passamontagna - ottennero incredibilmente la possibilità di girare un videoclip proprio nel piazzale della sede del Consiglio regionale, cioè, proprio al centro di viale Aldo Moro. Oggi o, meglio ancora, l'altra sera, è stata la notte di Halloween l'occasione - scelta da alcune ragazze, probabilmente militanti dei centri sociali - per inneggiare all'esecuzione di Moro, con una foto in pieno centro, da diffondere sul web, con una bandiera delle Brigate rosse e una fotocopia dell'edizione de La Repubblica con la notizia dell'avvenuto rapimento e della strage della sua scorta.
Un'apologia di reato disgustosa che è stata immediatamente oggetto di riprovazione da gran parte del mondo politico cittadino e che è adesso all'attenzione della locale Digos, per l'identificazione dei soggetti fotografati nell'ignobile scatto. Sulla vicenda, tra gli altri, è intervenuto Daniele Marchetti, consigliere regionale della Lega: "Ironizzare su un tema così delicato, su una pagina buia della storia italiana, è segno di un clima di tolleranza verso chi banalizza il nostro passato.
Tutto ciò è frutto di una gestione politica lassista nella città di Bologna, dove sembra che tutto sia concesso, anche prendere alla leggera tragedie che hanno segnato profondamente la nostra nazione. Immaginate cosa sarebbe successo, se qualcuno avesse osato ironizzare su atti compiuti dall'estrema di destra". Le fa eco Francesca Scarano, capogruppo di Fratelli d'Italia: "Mi auguro che la condanna sia unanime e che anche l’Università di Bologna abbia una posizione chiara.
Queste tre ragazze non rappresentano affatto il nostro futuro, anzi ci dovremmo vergognare tutti della loro povertà umana e culturale". "Episodi come questo - secondo Costanza Bendinelli, esponente di Forza Italia - dovrebbero indurre il Pd di Bologna a fare chiarezza, anzi, a tagliare i rapporti definitivamente con certi gruppi che si annidano nell'ateneo e che continuano a essere protagonisti di violenze, in questo caso verbali, in altre anche propriamente dette, intollerabili per una città come la nostra".
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