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CRIMINALITA'
05 Novembre 2024 - 15:23
Nicola Gratteri
Nicola Gratteri non ha dubbi e avverte: "Nei miei incontri con i cittadini non vengo mai a rassicurare, ma ad avvertire di stare sempre vigili contro i fenomeni mafiosi, che prima erano a macchia di leopardo e adesso sono sistematici. Ci sono meno atti di violenza rispetto al recente passato, ma il fenomeno non è per nulla regredito, e se un imprenditore si rivolge agli usurai è la fine della sua azienda". E il procuratore di Napoli, ospite di un convegno organizzato dalla Cna, è certo che il fenomeno mafioso abbia ramificazioni anche in città come Bologna. E il pericolo maggiore viene certamente dai giri usurai: "Se l'azienda va male, meglio portare i libri in tribunale e ricominciare da zero", ha affermato il magistrato, sottolineando l'importante ruolo di ascolto e sostegno che, in queste situazioni, possono rivestire proprio associazioni come la Cna. "Le mafie sono piene di contanti perché vendono cocaina e hanno bisogno di riciclare quel denaro in attività legali - ha spiegato ancora Gratteri - ed esistono perché il potere ha bisogno delle mafie. Dunque bisogna essere coerenti su che parte scegliere quando si è avvicinati da fenomeni mafiosi, perché se un mafioso entra in un'azienda sana, poi forma una comunità che si radica, vota e fa votare, con il risultato che il problema, da economico, diventa politico". A Bologna - ha concluso procuratore - "le presenze mafiose erano già state rilevate alla fine degli anni '90; infatti, la mia prima indagine, nel 1989, la feci proprio nella provincia di Bologna: era coinvolta la 'ndrangheta delle cosche di San Luca, che portavano a Bologna 100 chili di cocaina ogni settimana e con i soldi ricavati cominciavano a comprare attività da imprenditori bolognesi."
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