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CRIMINALITA'
07 Novembre 2024 - 18:22
Condanne per un totale di 193 anni e sei mesi, con pene che vanno da cinque a 20 anni, multe per 362.000 euro e la confisca di quanto ancora in sequestro, per 18 imputati. Questa la decisione presa oggi dal gip di Bologna Nadia Buttelli, che ha quindi sostanzialmente accolto le richieste avanzate dal pm della Dda bolognese Roberto Ceroni in un processo con rito abbreviato per traffico internazionale di droga che vede coinvolti soggetti italiani e albanesi, in gran parte residenti in provincia di Forlì. L'inchiesta da cui è scaturito il processo si era sviluppata anche su un altro filone, e le indagini avevano coinvolto anche l'ex-parlamentare forlivese della Lega Gianluca Pini, che nel 2023 era stato arrestato ed era rimasto in carcere per alcuni giorni, per poi patteggiare, a marzo, una pena complessiva di un anno, 11 mesi e 14 giorni, con sospensione condizionale, per episodi di corruzione che gli venivano contestati dalle Procure di Forlì e Bologna. Complessivamente, nel corso delle indagini erano stati sequestrati 114 chili di cocaina, 37 di hashish e più di un milione di euro in contanti, e arrestate 13 persone. E proprio da un arresto eseguito dalla Squadra mobile di Forlì nel dicembre del 2019, nell'ambito di un'indagine della Procura forlivese su un'attività di spaccio portata avanti da un gruppo di persone anche straniere, ha preso avvio il procedimento. Gli investigatori ritenevano che uno dei fornitori del gruppo fosse il forlivese Gianluca Fiore (condannato a 14 anni e otto mesi e a 50.000 euro di multa, oltre a tre anni di libertà vigilata una volta espiata la pena), titolare di una societòà di autotrasporti e logistica in rapporti con persone di origine albanese, alcune con precedenti anche gravi in materia di droga. Le attività tecniche nei confronti di Fiore, oltre ad aprire un ulteriore fronte di indagine per i reati di corruzione, turbativa d'asta e truffa ai danni dello Stato, hanno anche fatto fare agli investigatori dei grossi passi avanti nell'inchiesta sul narcotraffico. Nell'agosto del 2020 sono infatti stati arrestati due fratelli italiani che stavano portando in Italia, dal Belgio, 28 chili di cocaina a bordo di un tir, seguito da un'auto su cui viaggiavano Fiore e un albanese, a loro volta fermati e perquisiti. A quel punto l'ipotesi di reato è diventata quella di traffico di droga e le indagini sono passate alla Dda di Bologna, che ha documentato l'esistenza, in regione, di due grossi sodalizi dediti al traffico internazionale di droga e connessi tra loro, uno in provincia di Modena e l'altro tra le province di Forlì-Cesena e di Rimini. L'esistenza delle due associazioni e i loro legami sono stati accertati definitivamente nel dicembre del 2020, quando sono stati sequestrati oltre 40 chili di cocaina e presi due corrieri appartenenti ai due sodalizi, uno dei quali - quello romagnolo - era specializzato nella logistica del narcotraffico, e l'altro- quello emiliano- nell'importazione e rivendita all'ingrosso di cocaina. Le ipotesi sono poi state ulteriormente rafforzate dall'acquisizione, tramite ordini di indagine europei, delle comunicazioni sulle piattaforme criptate Encrochat e Sky Ecc, che secondo l'ipotesi accusatoria hanno permesso di dimostrare, dato anche il linguaggio tutt'altro che criptico utilizzato nei messaggi e lo scambio di foto di denaro, droga, armi e altro ancora, i rapporti tra gli indagati, il fatto che avessero costituito un'organizzazione stabile e il loro modus operandi. Lo scorso settembre Ceroni aveva quindi chiesto la condanna degli imputati, formulando richieste che Buttelli ha in gran parte accolto. Quattro imputati, infine, sono stati assolti da alcune delle accuse a loro carico per non aver commesso il fatto.
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