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EDITORIALE
08 Novembre 2024 - 15:36
I militanti di Labas in uno degli innumerevoli scontri con la Polizia
Situazione grottesca, ma non seria, a Bologna. Oppure, seriamente preoccupante, ma per motivi diametralmente opposti a quelli che il sindaco ha sottoposto all'attenzione del ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi. Prima i fatti, i dati oggettivi. Il Movimento nazionale-Rete dei patrioti, nelle settimane scorse, ha chiesto e - ovviamente - ha ottenuto il permesso per una manifestazione, da svilupparsi nei pressi della stazione centrale, sul tema caldo della Sicurezza in città. L'iniziativa è per domani, alle ore 14.30 in via Gramsci. Oltre al gruppo capitanato, sotto le Due Torri, da Stefano Colato, nei giorni successivi aderiscono alma manifestazione Casa Pound, prima, e Indipendenza! che, in città, è guidata da Giovanni Preziosa, ex-vicequestore della Polizia di Stato. A due giorni dall'evento, però, Cgil, Anpi e, quindi, il Pd - che annuncia all'uopo niente meno che la presenza di Elly Schlein - iniziano a sbraitare che la città sta per essere sommersa da un'onda nera - paragone infelice, visto che la Sinistra, che a Bologna governa a tutti i livelli, si è fatta sorprendere 20 giorni fa da un'onda vera, di fango, che ha mandato in rovina decine e decine di bolognesi e ucciso anche un ragazzo - , annunciando una contro-manifestazione che fa presagire il fatto che Bologna sarà costretta a vivere un sabato di tensione, paura e, forse, anche violenze. Violenze non da parte dei gruppi che hanno organizzato, seguendo l'iter previsto, una propria iniziativa; bensì da chi è sceso in campo per impedirla, raccogliendo immediatamente l'appoggio militante dei centri sociali, ovviamente con in testa il gruppo Labàs. Il gruppo Labàs, come ben sanno i bolognesi, è lo strano raggruppamento sempre in testa alle occupazioni, alle manifestazioni che si risolvono in violenze contro gli avversari politici e le forze dell'ordine, i cui militanti hanno messo a ferro e a fuoco - con migliaia e migliaia di euro di danni alle proprietà pubbliche e private - strade e piazze petroniane; ma anche sempre primo a passare alla cassa del Comune, da cui riceve appoggi e finanziamenti più o meno diretti, anche in palese violazione delle norme della buona amministrazione, come nel caso della concessione a favore del centro sociale di un immobile di pregio, dove hanno realizzato il covo di tutte le loro iniziative. In tutto questo bailamme, cosa pensa bene di fare, il sindaco Matteo Lepore? Niente di meglio che rivolgersi al ministro dell'Interno per chiedere di annullare le autorizzazioni al Movimento nazionale, a Casa Pound, a Indipendenza! a svolgere la manifestazione, nel timore che... possa turbare la serenità di Bologna! Come se Lepore non fosse un esponente, anzi, il primo esponente di quel Partito democratico che sta esattamente gettando benzina sul fuoco, nella speranza che i fidati (e comprati) centri sociali completino l'opera! In altre parole, neanche due, ma ben tre parti in commedia: quella del piromane - creando dal nulla una situazione infuocata -; quella dei pompiere, che chiede una soluzione per spegnere l'incendio appena appiccato dai suoi amici e da i suoi inquietanti alleati; quella del censore, per il quale la soluzione è che a Bologna sia permesso di manifestare solo al suo partito o a chi è gradito al Partito democratico.
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