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Dieci fobie bizzarre che non immaginavi esistessero

Dalla paura delle parole lunghe all’ansia per gli ombelichi: ecco le fobie più strane che condizionano la vita di chi ne è colpito

Dieci fobie bizzarre che non immaginavi esistessero

Paura, ansia, stress: emozioni che attraversano la vita di ciascuno di noi. Piccole, quotidiane, spesso passeggere. Ma quando la paura prende il controllo, trasformandosi in una fobia, la storia cambia. Un oggetto innocuo, una situazione comune, un’attività quotidiana possono diventare montagne insormontabili, incapaci di essere scalate. L’ansia diventa paralizzante, e tutto ciò che appare normale diventa pericoloso. Se questa paura si innesca sempre dalla stessa circostanza, probabilmente siamo di fronte a una fobia, una paura irrazionale e specifica.

Nel vasto mondo delle fobie, il DSM – la "bibbia" della psichiatria – cerca di sistematizzare e raggruppare i disturbi, individuando cinque categorie principali: animali, eventi naturali, sangue e ferite, luoghi, e tutte quelle fobie che non rientrano in queste categorie. Ma se ragni, altezze, claustrofobia o paura degli aerei sono comuni, esistono fobie tanto strane quanto sconosciute, che sembrano uscite direttamente dalla fantasia.

Per esempio, l’Optofobia: una fobia così surreale da sembrare impossibile, ma che in realtà è devastante per chi ne soffre. Si tratta della paura irrazionale di aprire gli occhi. Immaginate di vivere in un mondo che si riduce all’oscurità. Chi soffre di optofobia tende a evitare qualsiasi fonte di luce, restando chiuso in spazi bui e rifiutando di compiere le normali azioni quotidiane. Spesso associata a disturbi d’ansia o traumi psicologici, questa fobia porta a vivere in una prigione invisibile, costringendo chi ne soffre a fuggire dalla realtà.

E poi c'è l’Arachibutirofobia, un nome curioso che nasconde un’ansia piuttosto specifica: la paura che il burro di arachidi resti appiccicato al palato. Può sembrare bizzarro, ma per chi ne soffre, il solo pensiero di consumare cibi che lasciano residui appiccicosi è sufficiente per scatenare un vero e proprio panico. Una fobia rara, che può essere legata a una paura generale di soffocare o ad un’ansia profonda riguardo alla sensazione di blocco in bocca.

C'è anche la Fobofobia, la paura di avere paura. Un circolo vizioso che si radica soprattutto in chi è già afflitto da disturbi d'ansia o attacchi di panico. La fobofobia paralizza ancora di più chi già vive nel timore: la paura stessa diventa fonte di angoscia. Chi ne soffre evita qualsiasi situazione che potrebbe scatenare un attacco, alimentando ancora di più la spirale del terrore. Poi c’è la Omfalofobia, la paura degli ombelichi. Incredibile, ma vero. Per chi soffre di questa fobia, l’idea di vedere un ombelico, o anche il proprio, è talmente insostenibile da spingere a comportamenti estremi, come nascondere l’ombelico con bende o evitare spogliatoi e spiagge. Una paura tanto irrilevante per i più, quanto invalidante per chi la vive.

E ancora, la Deipnofobia, la paura di mangiare in compagnia. Qui si mescolano l’ansia sociale e il timore di fare una brutta figura durante i pasti. La difficoltà nel partecipare a conversazioni mentre si mangia diventa tanto paralizzante da trasformarsi in una fobia a tutti gli effetti, impedendo a chi ne soffre di partecipare a eventi sociali e conviviali. Singenesofobia, ovvero la paura dei parenti. Chi soffre di questa fobia si trova terrorizzato dall’idea di partecipare a incontri familiari, eventi che dovrebbero essere gioiosi ma che invece si trasformano in autentici incubi. La paura di affrontare i propri cari diventa una barriera difficile da oltrepassare, mettendo alla prova le relazioni familiari.

Anche il Geniofobia merita un cenno. Non stiamo parlando della paura dei geni, ma del timore immotivato e irrazionale verso il proprio mento. Incredibile, eppure esiste, e costringe chi ne soffre a evitare situazioni in cui il proprio mento potrebbe essere esposto o visibile. Non mancano poi fobie più bizzarre e ironiche, come la Hippopotomonstrosesquipedaliofobia, la paura delle parole lunghe. Curioso che una fobia legata alla difficoltà di pronunciare parole lunghe venga coniata con un nome tanto complicato da risultare quasi paradossale. Ma se non altro, la sua lunga terminologia è certamente la peggiore delle punizioni per chi soffre di questa condizione. IInfine, forse la più assurda: l’Anatidaefobia, che nasce dalla mente del fumettista Gary Larson e che descrive la paura di essere osservati da un'anatra. Una fobia così assurda da sembrare surreale, ma che fa sorridere pensando a quanto la mente umana sia capace di inventare per produrre ansie irrilevanti e inesplicabili.

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