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EDITORIALE
10 Novembre 2024 - 14:20
Emily Clancy
Prima, alcuni precedenti. Con la sola segnalazione de La Repubblica, parte del mondo mediatico e, subito dopo, tutto il Centrosinistra tentò di stroncare la carriera diplomatica di Mario Vattani, in quanto, da giovane, suonando in una "band identitaria", avrebbe fatto un saluto romano dal palco di un concerto. E il saluto romano, dice la Cassazione a sezioni riunite, non è un reato. Vattani, alla fine l'ha scampata, ma più per il buonsenso - anche questa si è dovuta vedere!!! - di Mario Draghi, piuttosto che per la difesa del Centrodestra, invero imbarazzato nell'occasione e tentato di mollare al suo destino l'allora aspirante ambasciatore. Sempre partendo da un articolo del giornale appena summenzionato, una pretestuosa polemica ha travolto, invece, Marcello De Angelis, reo di aver osato dire quel che sempre la Destra ha sempre detto e pensato - errata corrige: che fino a quel momento aveva detto e aveva pensato - circa le responsabilità per la Strage di Bologna. Anche in questo caso, per altro, il De Angelis è stato contestato non per una sua funzione politica, bensì per quella professionale svolta al momento, nell'ufficio stampa di Francesco Rocca. Siccome sarebbe stato troppo, però, chiedere le dimissioni dell'ex-senatore di An solo per questo - si tratta pur sempre del fratello di Nanni De Angelis, assassinato dalla Polizia nelle more proprio di quelle iniziali indagini che hanno portato alle discusse e discutibilissime sentenze - qualcuno aggiunse alla lista dei suoi peccati l'aver scritto il testo di Settembre nero, canzone filopalestinese degli anni '80 che, per altro, avrebbe imbarazzato molto la neopremier Giorgia Meloni - che pare la conosca a memoria, a sua volta - perché molto in voga proprio nei circuiti giovanili del Msi e di An, a partire proprio dal gruppo dei Gabbiani della sezione di Colle oppio. Infine, in questa breve carrellata, come non ricordare la vicenda di Paolo Signorelli jr, del quale si è tentato di ottenere le dimissioni dal ruolo svolto nell'ufficio stampa del ministro Francesco Lollobrigida, non tanto per alcune frasi pronunciate in una chat e diffuse illegalmente alla stampa dal solito, anonimo inquirente politicizzato, ma in quanto - perché questo era la sua vera colpa - inopportuno... nipote! Eh, sì, perché per la Sinistra può essere immorale avere certi nonni e certi zii e non solo per essere eletti o nominati in ruoli politici, ma anche solo per lavorare e guadagnarsi il pane. Di contro, a Bologna, un vicesindaco - Emily Clancy -, seppur con la ipocrita distanza di qualche metro o decina di metri da dove i suoi amichetti ed elettori stanno assaltando la polizia, devastando la stessa città che amministra e magari anche picchiare ignari passanti, può vantarsi di far parte, di pilotare, o anche solo di condividere e approvare o giudicare con favore l'azione di criminali politici, per non dire di delinquenti comuni, senza che, di fatto, questo crei problemi di sorta a lei, al suo partito o a quello che l'ha accettata come vice del suo campione locale, Matteo Lepore. Ovviamente, tutte azioni e reati compiuti in nome - o meglio: dietro la foglia di fico - dell'Antifascismo. Sì, certo, non sono mancate le proteste di rito dei vari Galeazzo Bignami o di qualche consigliere della Lega o di un aspirante tale in Forza Italia. Giusto, però, frasi di circostanza che non servono a nulla, se non appunto per essere registrate, ma solo dalla stampa locale, al fine e permettere agli stessi di rassicurare i rispettivi elettori del fatto di essere perfettamente attagliati ai politici di cui cantava Fabrizio De André: quelli che si costernano, s'indignano e s'impegnano, per poi gettare la spugna con gran dignità. Parole, quelle del Centrodestra, destinate a cadere nel vuoto se non già oggi, al più tardi lunedì o martedì prossimo. Perché nemmeno a fronte di miseri personaggi che, a sfregio anche degli alti incarichi istituzionali che rivestono, non si preoccupano minimamente di mescolarsi ai malviventi dei così detti centri sociali, il Centrodestra è capace di organizzare una campagna mediatica e politica in grado - per esempio sul caso della Clancy - di costringerla alle dimissioni e di mettere in croce il Partito democratico fin tanto che s'ostina a tutelarla. No, non ci riesce. Per tornare a De André, il Centrodestra italiano - e di Bologna in particolare -, in questo genere di polemiche storiche, morali o di dignità personale e pubblica, è capace solo di farsi spiegare che pensa dai suoi diretti avversari e, magari, chiudere la polemica col classico: bevimm' 'o café. Che col tepore della tazzina, l'impotenza si sente di meno.
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