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FEMMINICIDIO

L'assassino: "Credo di essere matto. Se non è così, datemi l'ergastolo"

Singolare dichiarazione dell'imputato, all'inizio del processo

L'assassino: "Credo di essere matto. Se non è così, datemi l'ergastolo"

A sinistra, il femminicida; destra, la sua vittima-

"Alessandra voleva vivere, era una donna a cui piaceva tenersi al meglio, uscire e fare tante altre cose. Per me era la donna più bella del mondo e sarà sempre così. Sono qui in condizioni migliori rispetto a come stavo nei mesi precedenti, proprio grazie alla forza che Alessandra mi dà per andare avanti, non solo per mia madre, altrimenti mi sarei suicidato". � un passaggio delle dichiarazioni spontanee che Giovanni Padovani, l'ex calciatore ventottenne, per il quale la Procura generale di Bologna ha chiesto la conferma dell'ergastolo per l'omicidio dell'ex compagna Alessandra Matteuzzi, ha rilasciato poco fa davanti alla Corte d'Assise d'appello bolognese. Parlando delle sue condizioni psichiche, Padovani- che una perizia psichiatrica svolta durante il processo di primo grado ha giudicato capace di intendere e di volere- si è soffermato sulla "cisti che ho nel cervello", la cui presenza sarebbe emersa dalla risonanza magnetica fatta dopo la sentenza di primo grado. Dall'esame, aveva detto questa mattina il suo legale Gabriele Bordoni, emergerebbero delle anomalie che potrebbero essere collegate a un vizio parziale di mente, e il legale ha chiesto alla Corte - che su questo non si è ancora pronunciata- di acquisire l'esito dell'accertamento. Sul punto, l'imputato si è detto convinto che "ci siano delle problematiche, poi se non è così potete darmi tranquillamente l'ergastolo".

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