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MOBILITA' PUBBLICA
12 Novembre 2024 - 11:47
Il bando per la concessione di nuove licenze per autisti di taxi, emanato dal Comune qualche mese addietro e già al centro di critiche e ricorsi da parte di alcune cooperative di gestione del servizio, è nuovamente oggetto di discussioni giuridiche e politiche. Difendendo gli interessi di sei partecipanti al bando che sono stati esclusi dalla graduatoria, gli avvocati Clarissa Matteucci e Giacomo Strazzari hanno redatto e spedito un'istanza a Palazzo d'Accursio, affinché - applicando il principio di autotutela - riveda immediatamente la decisione di estromettere quegli stessi aspiranti taxisti. E' accaduto, infatti, che i ricorrenti - i quali, in caso l'istanza fosse respinta, si rivolgeranno al Tar - siano stati buttati fuori dalla graduatoria in quanto privi di almeno un titolo di studio di scuola media superiore. Il possesso di questo diploma, ammettono i legali, era sicuramente indicato nel bando come requisito necessario, pena l'inammissibilità della domanda, ma si tratterebbe evidentemente di un elemento di discriminazione ingiusta tra i partecipanti e per ben tre motivi. In primo luogo, perché in nessun altro precedente bando per licenze di taxi - anche nella stessa Bologna, nel 2018 - è mai stato previsto un discrimine di questa natura. Il che ha anche un senso, dal momento che l'unico titolo veramente indispensabile per guidare una macchina, ovviamente, è la patente di guida, magari con accreditati tutti i punti. In secondo luogo, perché nello stesso Regolamento unificato per la gestione sovracomunale degli autoservizi pubblici non di linea con autovetture non è previsto alcunché, circa il livello d'istruzione generale di cui dovrebbero far sfoggio i taxisti. In buon sostanza, da sempre, a Bologna come a Enna, a Roma come a Milano, la pubblica amministrazione si è sempre preoccupata che i taxisti sapessero guidare la macchina, non che fossero particolarmente colti o di brillanti letture. In terzo luogo, diretta conseguenza del secondo motivo, si creerebbe in questo modo una disparità nell'accesso a questa professione: infatti, non avendo un diploma, non si potrebbe ottenere direttamente dal Comune la licenza - con l'esborso di una cifra oscillante intorno ai 100 euro p poco più -; però, questi stessi limiti nell'istruzione personale - purché se ne abbiano da spendere 240/250 euro (questo è il valore di una licenza nel mercato privato) - non impedirebbero di acquistare l'agognato documento da un taxista in attività, ma in procinto di cambiare vita, iniziando a lavorare già subito dopo il rogito. "L'istanza presentata dagli amici Matteucci e Strazzari - ha dichiarato Costanza Bendinelli, dirigente e candidata di Forza Italia alle elezioni regionali - dimostra ancora una volta il pressapochismo e l'inefficienza degli uffici comunali chiamati a gestire la mobilità e il traffico di Bologna. Si fa tanta retorica green a Palazzo d'Accursio e quasi si criminalizza l'auto privata; poi, però, ogni volta che si mette mano al trasporto pubblico, in qualsiasi modalità questo sia organizzato, il Comune riesce nella non facile impresa di scontentare tutti: i cittadini che vorrebbero più taxi; i taxisti che reclamano regolamenti e tariffari più trasparenti e adeguati al trend economico generale; coloro che vorrebbe affacciarsi a questa professione e che si vedono esclusi non più solo per gli alti livelli d'ingresso che, dal punto economico, è necessario superare per mettersi alla guida di un'auto pubblica, ma ora anche per la sospetta incapacità nell'uso del congiuntivo e nella soluzione delle equazioni con due incognite". "I sei partecipanti al bando - conclude la Bendinelli -, qualora fossero riammessi nella graduatoria, come sarebbe giusto, avrebbero ampie possibilità di ottenere la licenza ed è grottesco come, anche per sperare di avere un lavoro, a Bologna, si sia costretti a intentare cause e ad appellarsi alla giustizia".
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