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GIUSTIZIA
12 Novembre 2024 - 16:19
un'aula di giustizia
Una questione di stile arroventa il clima del Palazzo di Giustizia di Bologna. Venerdì scorso, durante l'udienza finale del processo giornalisticamente definito Aspromonte Emiliano, procedimento svolto col rito abbreviato, il gup bolognese Andrea Salvatore Romito - secondo una nota del Direttivo della Camera penale di Bologna - "all'esito di un'udienza nel corso della quale alcuni difensori sono intervenuti per i propri assistiti, in quanto chiamati in causa da repliche scritte depositate dal pm, senza soluzione di continuità con la chiusura della discussione - dunque valutando quanto ascoltato non meritevole nemmeno di un passaggio in camera di consiglio - abbia dato lettura del dispositivo della sentenza rimanendo seduto davanti ai difensori e ai loro assistiti, invece di alzarsi doverosamente in piedi". Sentenza che, tra l'altro, ha visto condannare i 35 imputati a un totale di 338 anni e 10 mesi di carcere. I penalisti lamentano che l'atteggiamento eventualmente tenuto dal giudice "rappresenti, con tutta evidenza, una manifestazione sia di mancanza di rispetto per la sorte di chi, colpevole o innocente che sia, in quel momento è sottoposto al giudizio della Pubblica autorità, sia di svilimento della funzione difensiva svolta da chi, a fianco degli assistiti, attende la lettura di quel dispositivo".
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