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ELEZIONI REGIONALI 2024

Astensione e voto disgiunto: gli incubi dei candidati

Alle 22 di ieri, ha votato il 32% di meno rispetto a 4 anni fa

Astensione e voto disgiunto: gli incubi dei candidati

Elena Ugolini e Michele De Pascale nel faccia-a-faccia finale della campagna elettorale

A urne ancora aperte, due notizie - una matematicamente certa, l'altra solo sussurrata - turbano l'animo dei candidati principali nella sfida per la conquista della Regione Emilia Romagna. la notizia matematicamente certa è che l'affluenza degli elettori ai seggi non potrà che essere inferiore rispetto al dato della partecipazione del 26 gennaio 2020. E se è vero che, allora, si votò in un'unica giornata, è difficile che, nelle poche ore di questo lunedì mattina, corrano alle urne altrettanti elettori rispetto a ieri. Infatti, la diserzione elettorale, in base ai risultati di domenica sera, riguarda più di 4 elettori su 10. Il dato regionale complessivo attesta che ha votato il 35.7% degli aventi diritto, contro il 67.67% precedente: manca all'appello esattamente il 32% degli elettori potenziali e il 48% di quelli che hanno assolto il loro diritto-dovere nel 2020. La città che registra l'affluenza migliore è il capoluogo, col 40.58%, rispetto al 70.94 del 2020. Manca ancora un 30.5% per cento dei voti, cioè, il 43% e oltre di quelli che parteciparono alla scelta tra Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni. Subito dietro, il feudo di Michele De Pascale, Ravenna, col 38.52%, pur registrando comunque una forte flessione rispetto al precedente 69.71% - meno 31% -, pari al 45%. A chi potrebbe portare vantaggio, questa marcata astensione dal voto? Difficile dirlo, visto che la campagna elettorale è stata vistosamente poco partecipata e anche la sfidante principale, Elena Ugolini, non ha brillato più di tanto, rispetto al candidato scelto dal Partito democratico. Inoltre, tra coloro che sono stati maggiormente impegnati nella caccia al voto di lista e di preferenza, si è notata la circolazione insistente di informazioni e notizie circa la modalità del voto disgiunto che, alle elezioni regionali, non è caratteristica comune in tutto il Paese, ma, appunto, possibile in Emilia Romagna. Sembrerebbero molti, infatti, gli elettori intenzionati a optare per i rispettivi partiti, magari per sostenere alla carica di consigliere un amico o una persona di cui si ha stima personale, pur scegliendo per la carica di presidente il candidato della parte opposta. Qualche chanches di raccogliere più voti delle rispettive liste, da questo punto di vista, potrebbero averla Federico Serra, sostenuto da Potere al Popolo, il quale, nel campo della Sinistra, rappresenta l'ala estremista del consenso e, sopra a tutti, Luca Teodori, il quale, sul nome, più che sul raggruppamento che lo propone, Lealtà Coerenza Verità, potrebbe raccogliere, da destra a sinistra indistintamente, la fiducia di quella parte di opinione pubblica che ha rifiutato la narrazione ufficiale sui vaccini anti-Covid 19 e la vergogna del green-pass. Comunque sia, nel primo pomeriggio, quando le urne verranno aperte e i voto contati uno per uno, si conoscerà esattamente, oltre il nome del nuovo governatore, la realtà della situazione.

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