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EDITORIALE

Galeotta fu la gonna in tulle rose

Incresciosa e grottesca polemica tra le donne di Fd'I e Pd

Galeotta fu la gonna in tulle rose

La foto che ha scatenato la polemica tra la Pittalis e il Pd

Galeotta fu la gonna. In tulle rosa, pare. E fuoco alle polveri, con cannonate da una parte all'altra del fronte politico emiliano romagnolo. Per altro, proprio con le donne, mause fra i denti, sul ciglio delle rispettive trincee. Il primo sparo parte da Fratelli d'Italia e, a pigiare il grilletto, è Annalisa Pittalis, vicepresidente del consiglio comunale di Cervia e capogruppo di Fratelli d'Italia, alla quale non è andata giù la fotografia, diffusa dall'ufficio stampa del Partito democratico, dell'incontro tra Irene Priolo e Michele De Pascale. Il faccia-a-faccia tra i due, ovviamente, costituiva il passaggio di consegne tra l'ex-reggente e rieletta consigliera regionale e il neo-presidente della giunta regionale e - a detta della Pittalis - sarebbe stato disdicevole il fatto che la Priolo indossasse, per l'occasione, un'allegra gonnellina, magari impreziosita - ma questa è solo un'illazione della meloniana - da eleganti "scarpette da ballo". Apriti, cielo! La battuta non è affatto piaciuta a Marcella Zappaterra, capogruppo del Pd in consiglio regionale e "portavoce reggente" delle Donne democratiche. I commenti di Fratelli d'italia, chiosa con sdegno la compagna di partito della Priolo, "riducono l'autorevolezza di una donna da tempo impegnata nelle istituzioni a un'immagine stereotipata e sessista".  Il che sarà pure vero, salvo il fatto che, a battibeccare, sono tutte donne. Ma la Zappaterra sembra non cogliere questo dettaglio e insiste: "Questo tipo di linguaggio che ricorre a stereotipi di genere per denigrare le donne in ruoli di leadership, è un segnale preoccupante della difficoltà a riconoscere il valore del merito femminile nella politica e nella società. Come Donne democratiche ribadiamo che il sessismo deve essere fermamente condannato e non deve mai avere spazio nel dibattito pubblico". Ovviamente, tutti muti gli uomini, della Sinistra e della Destra, certi che, qualsiasi cosa avessero da dire in questo momento, guadagnerebbe loro solo rimproveri e polemiche. Al di là dell'evidente mancanza di humor nel Centrosinistra, non si capisce, però, a cosa mirino certi attacchi sul piano personale, per di più a urne già ampiamente immagazzinate per le prossime elezioni, da parte di esponenti di quella Destra emiliana e romagnola che, nella lotta per il voto, non ha certo brillato per attivismo, impegno e presenza, anche sul piano polemico. Anzi, a detta della Lega - parola di Jacopo Morrone -, a trascinare nel baratro elettorale il Centrodestra sarebbe stato proprio l'atteggiamento eccessivamente moderato di Fratelli d'Italia in questa competizione, ben riassunto dalla scelta di Elena Ugolini, quale competitor principale: "sconosciuta a tutti. Almeno in Romagna posso dirlo con certezza. Il suo valore aggiunto non si è visto". Che si tratti, quindi, della necessità, da parte dei meloniani, di sfoderare nuovamente le unghie, dopo la batosta? L'ordine di scuderia, per ora, è "bocche cucite" sull'attacco della Lega, ma è chiaro che, al di là dell'indubbio salto in avanti nel numero di seggi conquistati - 11 a fronte dei precedenti 3 -, in Fratelli d'Italia si ha la sensazione che qualcosa non abbia funzionato, avendo perso, nell'arco di soli 5 mesi, 200 mila voti in regione, tra le Europee e le Regionali. Proprio nella sola Bologna, dove la Priolo è stata eletta, la calura estiva ha fatto svanire esattamente 40 mila voti su 115 mila, più di un terzo secco dei consensi conquistati da Fratelli d'Italia per il parlamento di Strasburgo. E ciò non ostante il destino - con alluvioni e caos vari nel sistema della viabilità e con un'ondata criminale anomala proprio all'ombra delle Due Torri - avesse creato, semmai, le condizioni ottimali per un nuovo incremento. C'è da chiedersi, però, se possano mai essere polemiche oggettivamente stupide, come quella sulla gonna della Priolo, quelle utili e necessarie a riconquistare un consenso vasto che, a brevissima distanza di tempo, è stato raccolto e già in parte dilapidato.

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