"La Chiesa anche a Bologna piange miseria"

La Chiesa di Bologna, più che predicarla ed elogiarla, piange miseria. A prenderne atto è proprio l'arcivescovo della città - e presidente della Conferenza episcopale italiana - Matteo Zuppi, nelle more del convegno: Le risorse economiche della Chiesa tra fake news e trasparenza. Il sostentamento ai sacerdoti portatori di speranza. A mancare, negli ultimi anni, sono le risorse derivanti dalle dichiarazioni dei redditi dei bolognesi e degli italiani, sempre meno cattoliche: "Questa cosa dell'8 per mille è decisiva - ha detto Zuppi - e anche la libertà della Chiesa nasce da questo". Poi, l'arcivescovo aggiunge: "Se ci preoccupa il calo dell'8 per mille? Sì. Certo che la Chiesa è attenta ai soldi, ci abbiamo famiglia, eh! E anche una famiglia che cresce, perché i poveri crescono. E in molti casi la Chiesa è costretta anche a fare supplenza, fa delle cose che di per sé non dovrebbe fare". I numeri sono spietati: dal miliardo e 100 milioni del 2023 - cifra già in calo rispetto al passato -, nel 2024 si è scesi a 910 milioni, con una perdita secca di quasi un 20% da un anno all'altro. Di questi soldi, raccolti in tutta Italia, solo 7 milioni e 170 mila euro provengono da contribuenti bolognesi e, di questi ultimi, 5 milioni e 900 mila vengono impiegati per il sostentamento del clero petroniano. Si registra un aumento delle contribuzioni dirette che, dai 179 mila euro del 2019, sono cresciute a 240 mila nel 2024, ma rappresentano pur sempre, oltre che una cifra alquanto modesta rispetto a quella dell'8 per mille, meno della metà dell'oltre miliardo di lire (pari a 583 mila euro) che si raccoglieva nel 1994. Insomma, Dio è sempre uno e trino, ma a Bologna e in Italia, non si somma in quattrino.