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Bologna: non è una città per gli infermieri

Dopo il concorso, metà dei vincitori rinuncia all'assunzione a causa delle condizioni di lavoro

Bologna: non è una città per gli infermieri

Un vecchio manifesto per un concorso per infermieri a Bologna

Tempo addietro, registrando le croniche insufficienze del personale, c'era chi aveva tirato in ballo la difficoltà - certamente esistente per tutti, sotto le Due Torri - nel trovare una sistemazione abitativa decente, parlando della scarsità degli infermieri a Bologna. Ora, invece, un questionario e relativa indagini della Cisl-Fp fotografa una realtà affatto diversa: gli addetti saninitari della città sarebbero insoddisfatti, poco coinvolti nell'organizzazione del lavoro e oppressi da carichi di lavoro crescenti, tanto da rinunciare all'assunzione. Un malumore che coinvolgerebbe, più o meno alla stessa maniera, gli infermieri della Ausl, quelli della clinica universitaria Sant'Orsola, non ché quelli impiegati nelle strutture private. Dei 1837 partecipanti al sondaggio, il 44% ha dichiarato di ritenersi insoddisfatto o molto insoddisfatto, a fronte di un 26% del personale che non pare abbia molto di cui lamentarsi e il restante 30% che non dà risposte in un senso o nell'altro. Oltre ai carichi di lavoro, giudicati eccessivi, si lamenta specialmente lo scarso coinvolgimento, che spesso fa sentire il dipendente trattato come un numero. "Ormai doppi turni e salti di riposo sono l'ordinario e questo incide in maniera molto negativa sul benessere lavorativo - ha dichiarato il segretario Cisl Fp, Stefano Franceschelli, presentando alla stampa di dati raccolti -. La prima risposta a questa situazione sarebbero le assunzioni, che, però, restano spesso al palo. Per quanto riguarda gli infermieri (ma un discorso del tutto simile può essere fatto per chi è Oss) le graduatorie fatte a luglio sono già esaurite e novembre, perché ormai una media del 50% rifiuta le chiamate". In particolare, in Ausl, con la graduatoria di luglio, sono stati assunti appena 112 infermieri su 300, a fronte di 200 cessazioni programmate nel 2024. E già a inizio anno c'era un gap di 98 infermieri rispetto ad un anno prima. Non va molto meglio al Sant'Orsola e allo Ior, dove i reclutati si aggirano sempre attorno alla metà dei posti.

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