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POLITICA
30 Novembre 2024 - 16:56
Francesco Paolo Sisto, sottosegretario alla Giustizia
Separare le carriere dei magistrati "vuol dire dare voce a quello che è già in Costituzione, perché l'articolo 111 della Carta fondamentale dice che le parti compaiono in condizioni di parità davanti a un giudice terzo ed imparziale: solo il giudice è terzo e imparziale, gli altri magistrati sono autonomi e indipendenti, e nessuno intende toccare l'autonomia e l'indipendenza della magistratura". A dirlo, rivendicando quanto il governo sta facendo e ha già fatto in materia, è il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, che interviene così, nel panel dedicato allo stato di salute della Giustizia in Italia, agli Stati generali della ripartenza, in corso a Bologna. Nel suo intervento, Sisto difende anche l'idea del sorteggio dei membri togati dei due Csm che nasceranno a seguito della riforma, definendolo "l'unico strumento possibile, anche se poco elegante, per spezzare il rapporto tra correnti e Csm", e quella dell'Alta Corte disciplinare, che a suo dire ricalca quanto già vale per gli gli avvocati, che "hanno un Consiglio di disciplina diverso dal Consiglio dell'Ordine". In ogni caso, conclude sul punto, "non dimentichiamo che alla fine saranno i cittadini, con il referendum, a stabilire se queste norme meritino di entrare in Costituzione". Il viceministro rivendica anche gli interventi con norme ordinarie fatti dal Governo Meloni sulla Giustizia, a cominciare da quello "sul tema della pubblicazione degli atti dei processi penali e delle intercettazioni", che secondo Sisto "mette fine al 'Bronx' della pubblicazione indiscriminata delle intercettazioni". Il vice di Carlo Nordio difende anche "il limite di 45 giorni alle intercettazioni, il nuovo Codice degli appalti e l'abolizione dell'abuso d'ufficio, che restituisce al cittadino la fiducia in una Pubblica amministrazione più smart, più veloce e a cui 'non trema la penna'"
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