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AMBIENTE
04 Dicembre 2024 - 09:47
Venti ettari al giorno persi, al ritmo 2,3 metri quadrati ogni secondo: nel giro di dodici mesi appena, in Italia, le nuove coperture artificiali si sono mangiate altri 72,5 chilometri quadrati di suolo. E' il dato che Slow Food Italia sottolinea dopo l'uscita dell'edizione 2024 del rapporto di Ispra Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. "Il consumo di suolo avanza, anche se non ve ne sarebbe affatto bisogno, visto che la popolazione che vive in Italia continua a diminuire", sostengono gli analisti di Slowfood. "Nel rapporto si scoprono cose interessanti, ad esempio che, tra il 2006 e il 2023, il 12,5% del consumo totale di suolo è imputabile agli impianti fotovoltaici a terra: il dato è estremamente rilevante, tanto più se si mette a confronto con le altre voci, come la costruzione di edifici e fabbricati (16% del totale) o strade pavimentate (8%)". Nel 2023, gli ettari consumati per far posto a impianti fotovoltaici a terra è aumentato del 60% rispetto all'anno precedente (421 ettari rispetto ai 265 ettari della rilevazione del 2022). Veneto, Piemonte e Sicilia guidano questa classifica "tanto triste quanto assurda, se si pensa che, installando pannelli fotovoltaici 'sui tetti degli edifici e dei fabbricati esistenti, esclusi i centri storici dei principali comuni e tutti i centri e agglomerati urbani minori', si raggiungerebbe la soglia di energia rinnovabile prevista dal Piano nazionale integrato energia e clima". Inoltre nel 2023, altri 504 ettari di suolo consumato sono imputabili alla logistica e alla grande distribuzione. "Si tratta di un'altra assurdità, se si pensa all'abbondanza di capannoni già costruiti e attualmente vuoti. è sufficiente spostarsi nelle periferie industriali di qualsiasi città italiana per rendersi conto dell'offerta di spazi oggi inutilizzati". Sempre secondo i dati Ispra, con 735 ettari cementificati, l'Emilia Romagna è prima in Italia nella non esaltante classifica del consumo indiscriminato di suolo. Un dato rilevante, data la presenza di partiti ambientalisti proprio nelle giunte regionali e di alcune delle principali città della regione.
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