Otto ore in pronto soccorso con il figlio autistico per una TAC: "Vi sembra accettabile tutto questo?"

La madre di un giovane ragazzo con autismo grave e una rara malattia genetica ha espresso il suo profondo rammarico su Facebook, condividendo l'esperienza vissuta al pronto soccorso dell'ospedale Maggiore di Bologna. Il suo sfogo ha coinvolto anche l'assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, il presidente della Regione, Michele de Pascale, e il direttore generale dell'Ausl, Paolo Bordon. Marialba Corona, la madre in questione e presidente dell'Angsa (Associazione nazionale genitori soggetti autistici), ha descritto le prolungate ore di attesa e le sofferenze del figlio, lamentando il mancato avvio del protocollo 'Dama', specificamente destinato alle persone con disabilità grave.

"Da due settimane - spiega - mio figlio soffre di forti dolori da reflusso nonostante la terapia e la dieta seguita", ha ribadito nel suo post. "Siamo giunti ieri al pronto soccorso del Maggiore in una situazione di emergenza. Abbiamo richiesto l'attivazione del percorso Dama. Ci è stato risposto che non è questa la procedura corretta per richiederlo, e in caso di urgenza? Nulla da fare, il trattamento è identico a quello degli altri pazienti. Un braccialetto azzurro e otto ore di attesa". In serata è stata eseguita una Tac dalla quale è emerso "un bolo di cibo nell'esofago" per il quale si doveva intervenire immediatamente. "Autistico? Disabile al 100%? È trattato come chiunque altro e hanno fissato la gastroscopia per questa mattina", prosegue la madre, sottolineando che il ragazzo, "digiuno da ieri mattina e ancora a digiuno alle 16, non è stato chiamato". "Vi sembra accettabile tutto questo? Soprattutto in Emilia-Romagna... tante belle parole ma i fatti? Quanto dovremo ancora sopportare?"