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L'ANALISI DI ALECS BIANCHI
21 Dicembre 2024 - 19:59
Tommaso Pobega
Sesto risultato utile consecutivo, tra campionato e coppa, 14 punti sui 18 disponibili, considerando anche lo sfortunato pareggio contro la Juve. Se questo non è un grande Bologna gli manca veramente poco. Quella visto contro il Torino è una squadra conscia della propria forza e che gestisce nel migliore dei modi l'inizio della partita. Non forza le giocate e attende l'occasione propizia. E questa arriva già al 7 minuto, con un rigore che, però, nessuno aveva visto e richiesto, tranne il Var. Un fallo evidente, ma che, vista l'azione, sinceramente è difficile da accettare come penality. Ma le regole sono regole e, giustamente, dopo il richiamo del Var, l'arbitro, Marco Piccinini, assegna la massima punizione. Si presenta Santiago Castro sul dischetto e, forse complice una rincorsa non proprio sicura e un Milinkovic Savic, il quale, con i suoi due metri e rotti, incute un certo timore, sbaglia, calciando un tiro fiacco e poco angolato. Bravo il portiere granata anche sulla ribattuta di Tommaso Pobega. Dopo il rigore sbagliato, il Bologna sembra lasciarsi sfuggire dai piedi il bandolo della matassa che aveva afferrato nei primi 7 minuti di partita. Il centrocampo non trova le giuste linee di passaggio e, complice anche un Lewis Ferguson non ancora all'altezza della passata stagione, si adagia un po'. Dunque, un Bologna a ritmo basso, a cui il Torino si adegua volentieri, avendo, però, a sua volta, non solo poche idee, ma anche e soprattutto confuse. L'unico elemento che desta qualche preoccupazione alla retroguardia del Bologna è Yann Karamoh, però, quasi mai supportato dal resto della squadra. Per farla breve, un solo tiro in porta da parte del Bologna e nessuno da parte del Torino. Sicuramente si può annoverare e archiviare questo primo tempo tra i più noiosi, a parte il rigore, visti negli ultimi tempi. Il secondo si apre con due cambi importanti: fuori Ferguson e anche Benjamín Dominguez, visto che il ragazzino non e mai riuscito a fare un azione degna di nota. Dentro Orsolini e Fabbian. Finalmente la partita sale un po' dSesto risultato utile consecutivo, tra campionato e coppa, 14 punti sui 18 disponibili, considerando anche lo sfortunato pareggio contro la Juve. Se questo non è un grande Bologna gli manca veramente poco. Quello visto contro il Torino è una squadra conscia della propria forza e che gestisce nel migliore dei modi l'inizio della partita. Non forza le giocate e attende l'occasione propizia. E questa arriva già al 7° minuto, con un rigore che, però, nessuno aveva visto e richiesto, tranne il Var. Un fallo evidente, ma che, vista l'azione, sinceramente è difficile da accettare come penalty. Ma le regole sono regole e, giustamente, dopo il richiamo del Var, l'arbitro, Marco Piccinini, assegna la massima punizione. Si presenta Santiago Castro sul dischetto e, forse complice una rincorsa non proprio sicura e un Milinkovic-Savic, che, con i suoi due metri e rotti, incute un certo timore, sbaglia, calciando un tiro fiacco e poco angolato. Bravo il portiere granata anche sulla ribattuta di Tommaso Pobega. Dopo il rigore sbagliato, il Bologna sembra lasciarsi sfuggire dai piedi il bandolo della matassa che aveva afferrato nei primi 7 minuti di partita. Il centrocampo non trova le giuste linee di passaggio e, complice anche un Lewis Ferguson non ancora all'altezza della passata stagione, si adagia un po'. Dunque, un Bologna a ritmo basso, a cui il Torino si adegua volentieri, avendo, però, a sua volta, non solo poche idee, ma anche e soprattutto confuse. L'unico elemento che desta qualche preoccupazione alla retroguardia del Bologna è Yann Karamoh, però, quasi mai supportato dal resto della squadra. Per farla breve, un solo tiro in porta da parte del Bologna e nessuno da parte del Torino. Sicuramente si può annoverare e archiviare questo primo tempo tra i più noiosi, a parte il rigore, visti negli ultimi tempi. Il secondo si apre con due cambi importanti: fuori Ferguson e anche Benjamín Domínguez, visto che il ragazzino non è mai riuscito a fare un'azione degna di nota. Dentro Orsolini e Fabbian. Finalmente la partita sale un po' di tono e il Bologna riesce a trovare alcune belle trame a cui, però, manca sempre l'ultimo metro o il tiro risolutore. Al 15° Pobega, da circa 35 metri, fa partire un tiro che, beffando il portiere granata, colpisce la traversa, rimbalzando sulla linea di porta e dando l'illusione del goal. Rete che, finalmente, arriva da un Dallinga - appena entrato al posto di un Castro - inesperto...i tono ed il Bologna riesce a trovare alcune belle trame a cui, però, manca sempre l'ultimo metro o il tiro risolutore. Al 15 Pobega, da circa 35 metri, fa' partire un tiro che, beffando il portiere granata, colpisce la traversa, rimbalzando sulla linea di porta e dando l'illusione del goal. Rete che, finalmente, arriva da un Dallinga - appena entrato al posto di un Castro -inaspettatamente risolutore e alla sua prima realizzazione stagionale. Il Bologna passa in vantaggio meritatamente e, a questo punto, il Torino cerca di riversarsi nell'area rossoblù: è un arrembaggio sterile che porta ad un solo risultato, cioè, di aprire spazi, in cui il Bologna riesce, con poco sforzo, a creare palle goal. All'83°, Pobega corona, con il terzo gol con questa maglia, una partita che lo consacra anche come il migliore in campo. Praticamente la partita si chiude qui, con un Torino dalle poche, confuse idee che non produce nessuna azione degna di nota. Per i rossoblù, invece, è facile anche il controllo del finale di partita, trascinatasi fino al 96°. Che dire di più, di un Bologna che si issa al 6° posto in classifica, al pari della Juve, e guarda ora, in prospettiva, un campionato che sta dando ottime soddisfazioni. Sarebbe stato bello che Italiano e la squadra avessero trovato questa alchimia qualche settimana fa, così da regalare ai tifosi qualche soddisfazione in più anche in Champions League. Ma bando ai lamenti: il Bologna è nuovamente in zona Europa e se la può giocare alla pari. Con tutti.
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