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L'operazione
24 Dicembre 2024 - 18:40
Un’organizzazione terroristica composta da cinque giovani, tra cui un minorenne, è stata smantellata alla vigilia di Natale grazie a un’operazione dei Carabinieri del Ros. L’indagine, avviata nel settembre 2023 e diretta dal Dipartimento antiterrorismo della Procura di Bologna con il coordinamento della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo, ha portato all’arresto di quattro persone e a un mandato internazionale per un quinto indagato, già fuggito nel Corno d’Africa.
L’aspetto più sorprendente di questa vicenda è il profilo della leader dell’organizzazione: una ventenne di origine pachistana residente a Bologna. La giovane, iscritta a un istituto superiore ma senza aver completato gli studi, si sarebbe radicalizzata durante il lockdown causato dalla pandemia di Covid-19. Proprio in quel periodo, trascorso per lo più davanti agli schermi di pc e smartphone, avrebbe iniziato a seguire e diffondere la propaganda jihadista, diventando un riferimento per altri giovani. Gli inquirenti sottolineano il suo "particolare attivismo" e un’"instancabile opera di proselitismo" che l’hanno portata a fondare il gruppo "Da’Wa Italia" — nome che in arabo significa "Chiamata alle armi Italia".
Attraverso canali digitali e piattaforme social, la ventenne ha reclutato altri membri senza mai fare affidamento su moschee o luoghi di culto fisici. Tra i primi a unirsi al gruppo c’è stata un’amica di origini algerine, residente a Spoleto, seguita dal fratello minore della leader. A completare l’organizzazione, un giovane di origine turca di Monfalcone e un ragazzo di origine marocchina cresciuto a Milano, che si sarebbe già unito a una milizia jihadista attiva nel Corno d’Africa. Tutti i membri del gruppo sono under 30 e nessuno di loro proviene da contesti di disagio economico o sociale. Anzi, erano ben inseriti nelle rispettive comunità, un elemento che rende il loro coinvolgimento ancora più inquietante.
Il blitz del Ros, coordinato dal gip del Tribunale di Bologna, ha portato anche al sequestro di dispositivi elettronici come pc e smartphone, che ora saranno analizzati per ricostruire eventuali connessioni con altri gruppi a livello nazionale ed europeo. Gli interrogatori di garanzia per due degli arrestati, tra cui la giovane leader, sono previsti per il 27 dicembre.
Le indagini hanno evidenziato come l’isolamento durante la pandemia abbia avuto un ruolo centrale nella radicalizzazione di questi giovani. La propaganda jihadista, veicolata attraverso video, forum e messaggi criptati, ha trovato terreno fertile in un periodo segnato da solitudine e vulnerabilità. Questo fenomeno dimostra quanto sia pervasiva e pericolosa la capacità del terrorismo di adattarsi alle dinamiche del mondo digitale, raggiungendo potenziali adepti senza la necessità di contatti diretti.
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