Le bollette di luce e gas sono destinate a salire significativamente all'inizio del 2025, una notizia che fa storcere il naso a molti, ma che non arriva del tutto inaspettata. Non si tratta di una nuova crisi energetica, ma di una serie di fattori intrecciati che stanno portando i costi dell’energia verso l’alto. Tra questi, spicca la scadenza dell’accordo tra Russia e Ucraina per il trasporto di gas verso l’Europa, che non verrà rinnovato. Una questione che, insieme ad altri elementi, avrà un impatto diretto sulle tasche dei consumatori.
Per quanto riguarda l’elettricità, le previsioni non sono rassicuranti. L’autorità pubblica Arera ha annunciato che, per i clienti che usufruiscono del regime di maggior tutela, è previsto un aumento medio del 18,2% nel primo trimestre del 2025. Questo si tradurrà in una spesa annua per l’utente tipo di circa 523 euro, leggermente inferiore ai 534 euro dell’anno precedente, ma comunque in crescita rispetto agli ultimi mesi del 2024. Questi rincari riguardano circa 3,4 milioni di persone considerate ‘vulnerabili’, una categoria che include over 75, famiglie che ricevono il bonus sociale, persone con disabilità o che utilizzano apparecchiature salva-vita, e residenti in aree isolate o isole minori.
Ma perché le tariffe dell’energia elettrica sono così legate a quelle del gas? In Italia, buona parte dell’elettricità viene prodotta utilizzando il metano, e il suo prezzo influenza direttamente quello della luce. Il mercato del gas, nel frattempo, continua a vivere un periodo di alta volatilità. Sebbene i picchi drammatici registrati subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina siano ormai un ricordo, i prezzi attuali sono ancora ben lontani dai livelli pre-conflitto. Prima della guerra, le quotazioni del gas sul mercato europeo si attestavano tra i 20 e i 25 euro al megawattora, mentre oggi sono stabilmente sopra i 30 euro, con punte recenti che si avvicinano ai 50 euro.
La scadenza dell’accordo di transito del gas tra Russia e Ucraina è un elemento cruciale di questo scenario. Dal 2019, tale accordo ha permesso a grandi quantità di metano russo di raggiungere l’Europa attraverso l’Ucraina, contribuendo a stabilizzare i flussi energetici anche in tempi di tensioni geopolitiche. Tuttavia, il mancato rinnovo obbligherà i Paesi europei a cercare fornitori alternativi, e queste soluzioni, sebbene efficaci, risultano più costose. Il gas naturale liquefatto (Gnl), ad esempio, viene importato da Stati Uniti, Qatar e altri Paesi, ma richiede strutture come i rigassificatori per essere trasformato in metano e immesso nelle reti. Il Gnl non solo ha un prezzo base più alto rispetto al gas russo, ma è anche soggetto a una maggiore instabilità nei mercati globali.
L’Italia, va detto, si è mossa per diversificare le sue fonti di approvvigionamento, cercando di ridurre la dipendenza dalla Russia. Tuttavia, queste misure non bastano a contenere del tutto l’aumento dei costi. Anche se gli stoccaggi di gas sono pieni per affrontare l’inverno, il bisogno di rifornirsi altrove comporterà un inevitabile rialzo dei prezzi, che si rifletterà sia sulle bollette del gas sia su quelle dell’elettricità.