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Cronaca
31 Dicembre 2024 - 09:50
Giorgio Bresciani, che nel 1996 segnò il gol decisivo contro il Chievo, riportando il Bologna in Serie A, oggi si trova a fronteggiare una situazione ben diversa.
Due giorni fa, il tribunale del riesame di Roma ha emesso la sua decisione: arresti domiciliari con braccialetto elettronico per il 55enne ex calciatore. La misura è stata adottata dopo l'appello della procura contro la precedente decisione del giudice per le indagini preliminari, che a luglio aveva rigettato la richiesta di custodia cautelare in carcere. Nonostante la procura avesse richiesto una misura più severa, il tribunale ha optato per una soluzione più mite. Tuttavia, i legali di Bresciani, gli avvocati Luca Portincasa e Fabio Recchia, hanno già annunciato l'intenzione di presentare ricorso per cassazione, il che significa che fino a quel momento la misura non sarà esecutiva e Bresciani rimarrà libero.
Le accuse mosse contro Bresciani sono gravi: associazione a delinquere con aggravante mafiosa, riciclaggio e intestazione fittizia di beni. Queste accuse emergono da una maxi inchiesta della Direzione Investigativa Antimafia di Roma, che lo scorso luglio ha portato a 18 arresti in tutta Italia, coinvolgendo 57 indagati. Al centro delle indagini c'è una presunta "centrale di riciclaggio" operante a Roma, al servizio di clan mafiosi, con al vertice figli di 'vecchi' boss. Questa centrale avrebbe gestito enormi flussi di denaro, ripulendoli attraverso operazioni nei settori degli idrocarburi e cinematografico, grazie a società cartiere intestate a prestanome e con l'aiuto di professionisti e imprenditori compiacenti. Sono stati sequestrati beni per oltre 131 milioni di euro, di cui circa 40mila euro riconducibili a Bresciani.
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