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Il caso
03 Gennaio 2025 - 13:22
Tre tifosi sono stati colpiti dal Daspo "fuori contesto", una misura che impedisce l'accesso agli stadi e alle manifestazioni sportive a chi si rende protagonista di determinati reati, anche se commessi lontano dagli eventi sportivi. Il provvedimento riguarda due supporter del Bologna F.C. e uno proveniente da una squadra del Nord Italia, tutti coinvolti negli scontri avvenuti al Parco Don Bosco lo scorso giugno. In quella occasione, un gruppo di manifestanti si opponeva ai lavori pubblici che prevedevano il taglio di alcuni alberi, scatenando violenti scontri con le forze dell'ordine. Durante gli incidenti, undici agenti della polizia rimasero feriti e alcuni manifestanti furono denunciati. Per i tre tifosi, che erano tra i coinvolti, è stato quindi emesso il Daspo "fuori contesto", che impedisce loro l'accesso agli impianti sportivi per un periodo di tempo.
Due dei destinatari del provvedimento erano già stati colpiti in passato dal Daspo per comportamenti violenti legati ad altre partite di calcio, motivo per cui la Divisione Anticrimine ha deciso di applicare misure di controllo supplementari, tra cui l’obbligo di firma presso il commissariato durante le partite del Bologna. Le autorità giustificano la misura come un deterrente contro comportamenti violenti, ma la reazione dei tifosi non si è fatta attendere.
Durante la partita di Serie A tra Bologna e Verona, disputata il 30 dicembre, alcuni tifosi hanno esposto uno striscione in curva con la scritta: “Daspo fuori contesto - il vostro ennesimo pretesto - diffidati a presto”, un chiaro segno di dissenso verso le misure adottate dalla Questura. La curva, infatti, vede in questo tipo di provvedimento una forma di repressione che va oltre i confini del semplice controllo delle tifoserie, punendo chi, pur non essendo direttamente coinvolto in episodi di violenza negli stadi, viene ritenuto responsabile di azioni che nulla hanno a che fare con lo sport.
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