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12 Gennaio 2025 - 05:00
La Manovra 2025 porta con sé importanti novità per il congedo parentale, una misura spesso sottovalutata ma fondamentale per supportare le famiglie italiane. L’obiettivo? Rendere più semplice e sostenibile il percorso di genitorialità, incentivando al tempo stesso un maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata.
Il congedo parentale è un periodo di astensione facoltativa dal lavoro che può essere richiesto da entrambi i genitori per prendersi cura del bambino nei suoi primi anni di vita. A differenza del congedo di maternità, che è obbligatorio per le madri, questa misura è su base volontaria e si può condividere tra i genitori. Tra le misure più significative, troviamo:
Retribuzione più alta: Sale all'80% per un periodo esteso.
Maggiore flessibilità: I genitori possono scegliere come suddividere il tempo.
Inclusività: Previste agevolazioni anche per genitori adottivi o affidatari.
È accessibile a:
Lavoratori dipendenti.
Lavoratori iscritti alla gestione separata.
Lavoratori autonomi.
Grazie alla nuova manovra, le famiglie possono contare su:
Tre mesi retribuiti all’80%: Utilizzabili entro i primi sei anni di vita del bambino.
Altri tre mesi al 30%: Anche questi da dividere tra madre e padre.
Il totale? Sei mesi, non trasferibili tra i genitori, con alcune eccezioni:
Redditi bassi: Possibilità di estendere il congedo fino a nove mesi.
Figli con disabilità: Tre mesi extra per ciascun genitore.
Un’altra questione fondamentale riguarda il calcolo del periodo di congedo. L’INPS chiarisce che i mesi di congedo devono essere computati come interi: ad esempio, dal 1° gennaio al 31 gennaio rappresenta un mese pieno. Se il periodo richiesto è inferiore al mese, si sommano le singole giornate di assenza fino a raggiungere i 30 giorni, equivalenti a un mese. In caso di periodi superiori a un mese ma non multipli dello stesso, si calcolano i mesi interi e si lascia come residuo il numero di giorni eccedenti.
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