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In Val di Zena, partono le denunce

Rizzuto: ho perso tutto, qualcuno deve assumersi le responsabilità

In Val di Zena, partono le denunce

Rizzuto, a destra. Al centro, Zanni

In due alluvioni ha subito danni per quasi 450.000 euro, in una casa pagata 600.000 euro e che oggi - spiea sconsolato Antonio Francesco Rizzuto - "se la vendo mi danno forse 20.000 euro". L'uomo ha perso arredi, oggetti di valore e affetti, compresa una cagnolina morta annegata. "Ma non mi interessano i risarcimenti. Cerco giustizia, per me e per tutti gli abitanti della Val di Zena", dice ora Rizzuto, per spiegare la sua decisione di presentare una denuncia-querela all'indirizzo della Regione Emilia-Romagna, della Città metropolitana di Bologna e della Bonifica Renana per le conseguenze dell'alluvione del 2024 in Val di Zena. Si tratta della seconda azione di questo tipo. Una prima querela, presentata a seguito della prima inondazione, quella del maggio 2023, è stata archiviata "sulla base di scarne indagini, basate essenzialmente sulle dichiarazioni dei tecnici della Regione, i quali sostennero, ricorda ancora Rizzuto, che "loro avevano effettuato i lavori sul torrente Zena e che comunque si trattava di un evento eccezionale." La casa, comprata in via Zena a Pianoro con la figlia, nel 2019, aveva subito un primo allagamento a causa dell'esondazione dello Zena (40 centimetri d'acqua). Già allora Rizzuto scrisse agli enti locali, chiedendo di mettere in sicurezza il torrente e ottenne, tra l'altro, l'autorizzazione a eseguire alcuni lavori sulla sponda prospiciente la sua abitazione: "Ho sollevato l'argine di quattro o cinque metri - dice - ma non è bastato. Avrebbero dovuto fare questi lavori su tutto il corso d'acqua".

Con l'alluvione del maggio 2023, invece, a piano terra è entrato oltre un metro d'acqua e "siamo dovuti andare via da casa per quattro mesi e mezzo". Rizzuto, inoltre, ha inoltre inviato numerose mail agli enti locali, insistendo nel chiedere la messa in sicurezza del torrente: "Ci sono decine di comunicazioni, non solo mie, ma anche di altre persone". Dopo 16 mesi, la doppia alluvione dell'autunno 2024 ha di nuovo devastato tutto. Con l'inondazione di ottobre, invece, Rizzuto lamenta:"Ho avuto tre metri d'acqua in casa, è arrivata al primo piano. Da allora, vivo fuori casa e mia figlia ha anche cambiato residenza. Per una questione di giustizia ho dovuto sporgere querela. Se l'anno scorso la Procura ha deciso di archiviare, quest'anno devono venire a spiegare quali lavori sono stati effettuati dal maggio 2023 a oggi".

Con la nuova querela, infatti, Rizzuto ha anche chiesto anche il sequestro di tutta la documentazione sui lavori eseguiti e sui piani di messa in sicurezza: "Ci prendono per i fondelli. Mi devono dimostrare che hanno fatto quei lavori. Chiedo giustizia per me e per tutti gli abitanti della valle, che è bellissima e mi spiace veramente vederla così distrutta". Per il legale di Rizzuto, l'avvocato Luigi Santomassimo, "ci sono omissioni colpose che vanno perseguite. Qualcuno di deve assumere la propria responsabilità. Le amministrazioni abbiano il coraggio di ammettere le loro colpe". Alberto Zanni, presidente di Confabitare, associazione di proprietari, di cui Rizzuto è socio, sostiene il suo iscritto: "Vorremmo una maggiore collaborazione da parte della pubblica amministrazione, ma, in realtà, per adesso, abbiamo solo parole e nessun fatto concreto. Sosteniamo questa iniziativa di giustizia per dare la sveglia alle pubbliche amministrazioni".

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