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Gli avvocati di Bologna chiedono risorse per l'assistenza sanitaria dei carcerati

La visita alla Dozza, con De Pascale: servono fondi anche per i progetti educativi

Gli avvocati di Bologna chiedono risorse per l'assistenza sanitaria dei carcerati

Detenuti al lavoro

Anche l'Ordine degli avvocati di Bologna ha partecipato, oggi, a una visita istituzionale nel carcere bolognese della Dozza, organizzata dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, assieme a rappresentanti della stessa Regione, del Comune e della Camera penale del capoluogo emiliano. Lo fa sapere lo stesso Ordine, in una nota in cui manifesta il proprio apprezzamento per la scelta di de Pascale, che "dimostra sensibilità e attenzione per quella che ormai è divenuta una vera e propria emergenza umanitaria nelle carceri italiane, comprese quelle della nostra regione". Infatti, scrive il Consiglio dell'Ordine, "il gravissimo sovraffollamento, condizioni strutturali fatiscenti, organici inadeguati e la mancanza di progetti di lavoro ed educativi, con il drammatico numero di suicidi di persone detenute, rendono le condizioni degli istituti di pena non degne di un Paese civile, come le ha definite il presidente della Repubblica Sergio Mattarella". A De Pascale, di cui viene apprezzata anche "la scelta di condividere questa visita con l'avvocatura bolognese, da sempre impegnata a denunciare questa drammatica situazione", l'Ordine chiede "un impegno concreto ad investire risorse per l'assistenza sanitaria negli istituti di pena della Regione, settore che pi� di altri vive una condizione di grave difficolt� per carenze di personale e di mezzi". Per i legali, "l'implementazione di personale medico specializzato nel trattamento del disagio psichico può essere un primo passo per prevenire il rischio di suicidi, riducendo liabuso di psicofarmaci che provoca dipendenze patologiche e alimenta un mercato clandestino nelle carceri".

Altrettanto importante, secondo l'Ordine degli avvocati bolognese (nella foto il presidente: Flavio Peccenini), "è investire su progetti lavorativi e educativi per le detenute e i detenuti che vogliono dare un senso al tempo trascorso in carcere, per liberare dal bisogno chi non ha risorse economiche e per dare piena attuazione al principio della finalità rieducativa della pena previsto dall'articolo 27 della Costituzione". L'auspicio, quindi, è che la visita odierna "sia il primo passo per iniziare un percorso virtuoso in cui il carcere e i detenuti siano considerati come parte integrante del nostro territorio e della società, per creare le basi della speranza di una vita diversa quando torneranno liberi".

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