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Anche a Bologna, magistrati in guerra col governo

Ernesto Carbone (Csm): "Il pm finirà sotto il controllo del Governo"

Anche a Bologna, magistrati in guerra col governo

Come ampiamente preannunciato, anche a Bologna, come nel resto d'Italia, parte della magistratura è scesa sul piede di guerra contro il governo, compiendo un atto simbolico, ma clamoroso. Oltre a un sit-in organizzato nel quadriportico dell'ex-convento di Santa Lucia, dove ha sede la Legione Carabinieri che quest'anno ha ospitato la cerimonia, i giudici e i pm che sono intervenuti all'apertura dell'anno giudiziario, non appena ha preso la parola il rappresentante del governo, il direttore generale dell'Unità di missione per l'attuazione degli interventi del Pnrr, Davide Galli, sono usciti dall'aula, per rientrarvi immediatamente dopo. 

(Davide Galli)

Il perché di questa scelta, l'ha spiegato Ernesto Carbone, consigliere del Csm, secondo il quale i problemi della giustizia in Italia "sono i tempi troppi lunghi dei processi e gli errori giudiziari, che non si risolvono con la separazione delle carriere e con il doppio Csm". L'ex-deputato di Italia Viva, però, non si è fermato a questa considerazione, sferrando anche un attacco esplicito all'esecutivo: "Avevo preparato un intervento diverso, avrei voluto parlare di ci� che � stato fatto in questi anni, ma i tempi richiedono scelte chiare e quindi preferisco parlare della riforma costituzionale. Se oggi si separano le carriere, domani il pm finirà sotto il controllo del Governo".

Dunque, i timori non sarebbero fondati tanto sugli effetti immediati della riforma redatta dal ministro Carlo Nordio, ma su eventuali successive modifiche dell'assetto dell'ordinamento giudiziario di cui, però, oltre che a essere state smentite dallo stesso governo e dai partiti della maggioranza, almeno per ora non c'è traccia nelle carte del Parlamento. 

(Ernesto Carbone)

"Questa è una riforma che altera gli equilibri dello Stato e una riforma non della giustizia, ma della magistratura, e anche punitiva nei confronti della magistratura", aggiunge Eleonora Pirillo, presidente dell'Anm dell'Emilia-Romagna, secondo la quale il testo già parzialmente approvato In Parlamento "indebolisce l'autogoverno della magistratura e prevede anche le separazioni dei Consigli superiori della magistratura, e forse la cosa più allarmante è che saremo sorteggiati per far parte dei nostri organi di autogoverno, quindi si sottrae ai magistrati il diritto di elettorato attivo e passivo, che secondo noi è veramente una cosa gravissima".

Dunque, almeno per gli esponenti dell'Anm, sembra che il tempo trascorso - neppure tanto - avrebbe fatto già dimenticare le criticità, per non dire altro, emerse dalla vicenda che vide protagonista Luca Palamara, da cui emersero comportamenti e strumentalizzazioni politiche all'interno proprio dei meccanismi e degli organi di autogestione dei magistrati che hanno scandalizzato motivatamente l'opinione pubblica. 

Forse, però, proprio la rivendicazione del principio di autonomia dell'ordine giudiziario meriterebbe - e sarebbe più credibile - se fosse promosso con iniziative, dichiarazioni e prese di posizioni che ne rappresentino, di questo stesso ordine, anche l'imparzialità

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