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I dati
30 Gennaio 2025 - 06:00
Bologna
L'Emilia-Romagna si conferma una delle regioni italiane più dinamiche nel settore turistico, con dati che parlano chiaro: nel 2024, gli arrivi hanno sfiorato gli 11,8 milioni, segnando un incremento del 2,7% rispetto all'anno precedente. Un risultato che non solo supera le aspettative, ma che si pone anche al di sopra dei livelli pre-pandemici del 2019, anno record per il turismo regionale, con un aumento dell'1,6% degli arrivi e dello 0,5% delle presenze.
Un elemento chiave di questa crescita è l'aumento dei turisti stranieri, che hanno registrato un incremento del 9,2% negli arrivi e del 9,8% nei pernottamenti. Questo dato è particolarmente significativo se si considera che il turismo internazionale rappresenta una fetta sempre più importante del mercato turistico emiliano-romagnolo. Le città d'arte, come Bologna e Ferrara, hanno visto un aumento dell'8,6% degli arrivi e del 13,3% delle presenze, mentre la riviera emiliano-romagnola continua a essere una delle mete più ambite, con quasi 6 milioni di arrivi e 27,4 milioni di presenze.
Non solo le città d'arte e le località costiere, ma anche le aree collinari e appenniniche hanno registrato una crescita significativa. Le località collinari, in particolare, hanno visto un aumento del 7,8% degli arrivi e del 5,5% delle presenze rispetto al 2023. Anche le località termali, dopo un periodo di difficoltà, mostrano segnali di ripresa con un incremento del 2,1% negli arrivi e del 5,2% nelle presenze.
Il presidente Michele De Pascale e l'assessora regionale al turismo, commercio e sport, Roberta Frisoni, sottolineano come questi risultati siano il frutto di una strategia integrata tra pubblico e privato. "La qualità dell'offerta complessiva, la professionalità degli operatori e la capacità di innovare sono alla base di questo successo", affermano. Tuttavia, non mancano le sfide: l'inflazione, l'aumento dei costi delle materie prime ed energetiche e la redditività delle imprese sono temi che richiedono attenzione e soluzioni condivise.
Un altro obiettivo chiave per il futuro è la destagionalizzazione del turismo, per distribuire i flussi turistici in modo più uniforme durante l'anno. Inoltre, si punta a migliorare l'accessibilità della regione dai mercati internazionali, sia quelli consolidati sia quelli emergenti. "È fondamentale ragionare su una strategia integrata del sistema aeroportuale regionale e sul potenziamento dei collegamenti ferroviari", aggiungono De Pascale e Frisoni.
Nonostante il bilancio complessivamente positivo, alcune aree necessitano di ulteriore attenzione. Le località appenniniche e termali, ad esempio, non hanno ancora recuperato i livelli pre-pandemici, con un calo rispettivamente del 5,5% e del 13,5% negli arrivi rispetto al 2019. Tuttavia, la forte crescita del turismo dall'estero e il successo delle città d'arte e delle località collinari offrono motivi di ottimismo per il futuro. In sintesi, l'Emilia-Romagna si conferma una regione in salute dal punto di vista turistico, con una crescita costante e un'attrattività che non conosce confini. Tuttavia, per mantenere questo trend positivo, sarà fondamentale affrontare le sfide economiche e infrastrutturali che si profilano all'orizzonte, continuando a investire in qualità e innovazione.
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