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GIOCO D'AZZARDO
29 Gennaio 2025 - 18:38
Isabella Conti
L'Emilia-Romagna si prepara a incrociare i guantoni col Governo anche sul ring del gioco d'azzardo. L'intento è quello di studiare una stretta alla propria legge regionale, con cui dare battaglia politica all'esecutivo che ha proposto un riordino nazionale in materia, con regole, però, che sono in contrasto con quelle dell'Emilia-Romagna.
Per esempio, sugli orari di apertura delle sale gioco, che sarebbero estesi, e sulla distanza dai luoghi sensibili, che verrebbero ridotti. Drastica Isabella Conti, da poco assessore al Welfare della Regione: "Dobbiamo intervenire nuovamente sulla nostra legge regionale, anche come terreno di battaglia politico rispetto a quello che sta accadendo.Non possiamo permetterci di cedere e retrocedere: siamo pronti a fare una battaglia su questo".
"Il quadro nazionale ci toglie ambiti di azioni e operatività - spiega ancora Isabella Conti -, però la legge può essere potenziata per quanto riguarda ad esempio il sostegno legale e un supporto più integrato per le famiglie". Poi, aggiunge : "A me piacerebbe poter iniziare a fare massa critica per quanto riguarda la possibilità della Regione di ridefinire gli orari e anche l'eliminazione totale delle macchinette dai locali che stanno entro i 500 metri dai luoghi sensibili".
Se a livello nazionale passasse la regola dei 200 metri, spiega la Conti, "questo potrebbe avere una prevalenza chiaramente sulla nostra legge regionale. Per questo va fatto anche un grande lavoro di concerto e di confronto politico in Conferenza Stato-Regioni".
La riforma nazionale, peraltro, consentirebbe agli enti locali di ottenere una quota del gettito fiscale che arriva allo Stato dal gioco d'azzardo. E su questo aspetto, che le risulta particolarmente poco nobile, Isabella Conti alza i toni: "Conosco la difficoltà che stanno attraversando gli enti locali e so che le risorse sono sempre meno, ma pensare di convincere gli enti locali a soprassedere al tema dei 200 metri, versando una percentuale peraltro risibile di risorse nelle loro casse derivanti dal gettito del gioco, è una mossa talmente cinica e meschina che dobbiamo avere la forza di contrastarla, anche dal punto di vista morale".
Da qui l'invito fin da ora ai sindaci a non accettare questa mancia, questi due soldi che sono una goccia nel mare rispetto al costo sociale che i Comuni devono sostenere per le persone malate di azzardo. Sul gioco occorre fare anche un lavoro di tipo culturale, di comunicazione capillare e di consapevolezza tra le famiglie, tra i ragazzi e nelle scuole.
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