Cerca

MOTOR VALLEY

Tutte le notizie e i fatti direttamente dal cuore della Motor Valley

fatti e notizie

MOTOR VALLEY

Il caso

Tragedia al Coprob: al via il processo per l'omicidio del camionista Rachid Nfir

Rocco Giulio Capria è accusato di omicidio volontario per aver travolto e ucciso il suo collega

Tragedia al Coprob: processo per l'omicidio del camionista Rachid Nfir al via

Il 27 settembre di quasi sei anni fa, Rocco Giulio Capria, residente a Rosarno in provincia di Reggio Calabria e oggi 57enne, travolse e uccise con il suo camion il collega Rachid Nfir, di 47 anni. L'incidente avvenne nel piazzale dello zuccherificio Coprob a Minerbio. Entrambi i camionisti erano dipendenti di ditte di trasporto impegnate nel trasporto di barbabietole da zucchero dalla Calabria. Rachid, di origini marocchine, risiedeva anch'egli in Calabria, dove viveva con sua moglie e i tre figli.

Recentemente ha avuto inizio il processo per l'omicidio presso la Corte d'Assise, presieduta dal giudice Pier Luigi Di Bari. Capria, difeso dall'avvocato Manuela Amore, è accusato di omicidio volontario. I carabinieri, al tempo, ricostruirono gli eventi indicando che qualche giorno prima della tragedia, Capria aveva avuto un alterco per una mancata precedenza in una strada stretta con un amico e connazionale di Nfir, che si trovava sul camion con lui. Questo diverbio sarebbe stato il presunto movente di una sorta di "vendetta" nei confronti dei due.

Tuttavia, l'imputato ha sempre respinto con forza questa versione, sostenendo che Nfir gli era sbucato improvvisamente davanti mentre entrava nel piazzale dello zuccherificio, rendendo impossibile frenare in tempo. Infatti, le rilevazioni effettuate sull'asfalto non trovarono tracce di frenata del mezzo condotto da Capria.

Poco dopo i fatti, Capria venne arrestato e rimase in carcere per circa due settimane. In seguito, il Tribunale della Libertà modificò l'accusa in omicidio stradale, disponendo i domiciliari per l'imputato; successivamente, gli fu imposto l'obbligo di dimora a Rosarno. Attualmente, Capria non è soggetto a misure cautelari e continua a lavorare come camionista, vivendo con la famiglia in Calabria.

Nonostante ciò, la procura, nella persona del pubblico ministero Michelangela Farneti, ha insistito sull'accusa di omicidio volontario, portando il caso dinanzi alla Corte d'Assise. Ieri, durante l'udienza, sono stati ascoltati alcuni testimoni chiamati dalla procura; il procedimento riprenderà il prossimo 5 marzo.

Non ci sono parti civili nel processo, poiché i familiari di Rachid hanno revocato la loro costituzione dopo aver ricevuto il risarcimento dall'assicurazione. "Sono assolutamente convinta che si trattò di un drammatico incidente – ha dichiarato l'avvocato Amore –. Il mio assistito si trovò Rachid davanti e non poté fare nulla per evitarlo.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter