fatti e notizie
Cerca
DEGRADO&CRIMINALITA'
08 Febbraio 2025 - 14:31
Antonio Sborone
Adesso sì che i bolognesi possono stare tranquilli! Ogni mattina molti di loro si svegliano con la sorpresa dell'auto devastata? Altri hanno il terrore di andare in alcuni centri commerciali o a passaggio per il centro, col rischio di esser coinvolti in risse e in violenze di vario genere? I ragazzi della città vengono picchiati e rapinati da coetanei che nemmeno si preoccupano più delle eventuali conseguenze delle loro azioni criminali? Poco male, tutto sommato, perché sotto le Due Torri, le babygang non esistono! Lo assicura Antonio Sbordone, il questore, in un'intervista col Resto del Carlino.
Col tono del sociologo, il massimo responsabile della sicurezza cittadina, infatti, distilla pillole di scienza del tipo: "la gang è una banda strutturata con capi e vertici, articolazioni ed esecutori per commettere reati. Fenomeni presenti in altri paesi, ma non qui. A Bologna non esistono baby gang, ma fenomeni diffusi e preoccupanti di disagio che investono giovani e giovanissimi..."
Curiosa interpretazione, quella dello Sbordone, dato che, in primo luogo, etimologicamente gang - sostantivo che deriva da un verbo inglese antico, gangan, che indica l'"andare insieme" - indica esattamente quello che tutti i bolognesi vedono: compagnie di amici, ragazze e ragazzi, che si muovono in gruppo per le strade e le piazze della città; in secondo luogo, perché le più recenti modalità di azione di alcuni di questi gruppi, come il furto delle batterie delle auto elettriche, presuppongono esattamente dei collegamenti con organizzazioni criminali più ampie, capaci di ricettare e rivendere questi preziosi apparati.
Ma Sbordone non ha dubbi: quelli di cui si sente sempre più spesso parlare sono "reati e atti di violenza estemporanei e non frutto di premeditazione". Eppure, se un giovane esce di casa, per scorrazzare in giro, per esempio, col coltello in tasca, come accade sempre più spesso, qualche brutta idea deve avercela già ben radicata in testa, o no?
Che senso ha, allora, minimizzare il fenomeno, mettere la testa sotto la sabbia e, addirittura, puntare il dito proprio contro i bolognesi, accusandoli - neanche tanto velatamente - di essere razzisti e, per tanto, di essere anche la causa stessa della violenza che eventualmente subiscono? Perché questo e non altro - almeno nella lingua italiana - significa ciò che ha detto Sbordone oggi, per spiegare il fenomeno: "Spesso vi partecipano extracomunitari di seconda generazione, anche di origini diverse (albanesi con magrebini e centrafricani). Esprimono una difficoltà di integrazione. Fanno gruppo contro l'esterno che non li accetta".
Capito l'antifona? Per il questore, il cittadino ha ben poco da lamentarsi, se vive nella sensazione costante di essere in pericolo, dato che dovrebbe, semmai, chiedere perdono e scusa per i suoi sentimenti... poco inclusivi!
Al limite del grottesco, poi, la vicenda della fantomatica iniziativa della sedicente organizzazione Rivoluzione nazionale, il misterioso e sconosciuto gruppetto di estrema destra che avrebbe voluto fare una "marcia della sicurezza" a Bologna, precisamente nella zona della stazione, il prossimo 15 febbraio.
Sbordone testulamente dice: "Per prima cosa, non era stata preavvisata, l'abbiamo saputo dai canali social. E, poi, per come era stata pubblicizzata, si configurava non come una libera manifestazione del pensiero attraverso una riunione, ma come una sorta di presidio itinerante del territorio per controllarlo. Siccome questo è appannaggio dello Stato, non si poteva fare".
Primo dubbio: se la Questura non ha ricevuto nessun preavviso di manifestazione, come ha potuto il questore proibire un'iniziativa formalmente mai esistita?
Secondo dubbio: dato che il preavviso di una manifestazione può essere consegnato anche solo 3 giorni prima della stessa, che organizzazione sarebbe mai questa RN che, sconosciuta in tutti gli ambienti della Destra radicale di tutta l'Emilia Romagna, annuncia il 3 febbraio su Telegram che la "marcia del 15 febbraio alle ore 15 a Bologna è stata annullata per mancato preavviso alla Questura"? Non è sospetta un'organizzazione che si presenta dal nulla con tanta apparente determinazione, ma si lascia così facilmente tarpare le ali per un errore procedurale, per sanare il quale, per altro, avrebbe ancora 9 giorni di tempo?
Dunque, le parole di Sbordone sollevano un terzo, ancor più inquietante dubbio, laddove - indossando, dopo quella del sociologico, la veste del giurista - circoscrive alla sola modalità della "riunione" la corretta e permessa "libera manifestazione del pensiero". Quindi, secondo il questore, le "marce per la pace"; i "cortei contro la criminalità"; i "presidi antimafia" e le migliaia di manifestazioni che, da 30 o quarant'anni, da destra, da sinistra o dal centro, sono state organizzate all'insegna di slogan del tipo: "riconquistiamo il territorio alla legalità"; sarebbero state tutte iniziative illegali? C'è da sperare che si tratti di un pensiero "dal sen fuggito" perché, diversamente, si dovrebbe pensare a qualcosa di veramente inquietante.
A cosa? Al fatto che la finta manifestazione indetta da questa impalpabile, se non inesistente organizzazione, in buona sostanza, sia servita a creare un precedente per proibire future iniziative sul territorio di altri gruppi e partiti che, legittimamente, hanno già dato voce al crescente disagio che si vive a Bologna. Una di quelle che, negli anni '70, si sarebbe definita "una provocazione", utile solamente a chi gestisce l'ordine pubblico per limitare, d'ora in avanti, le manifestazioni del dissenso contro chi - amministrazione comunale e vertici delle forze dell'ordine locali -, in questo momento, dimostrano di essersi fatti sfuggire di mano il controllo della situazione e di essere incapaci di assicurare alla città anche livelli minimi di sicurezza e serenità.
Insomma, mala tempora currunt, a Bologna, se il problema prioritario, per il questore, non è quello di dare la caccia ai delinquenti, ma di far sì che i cittadini non si lamentino troppo pubblicamente delle angherie che sono costretti a subire.
BolognaCronaca.it | Direttore responsabile: Andrea Monticone
Vicedirettore: Marco Bardesono Capo servizio cronaca: Claudio Neve
Editore: Editoriale Argo s.r.l. Via Principe Tommaso 30 – 10125 Torino | C.F.08313560016 | P.IVA.08313560016. Redazione Torino: via Principe Tommaso, 30 – 10125 Torino |Tel. 011.6669, Email redazione@cronacaqui.it. Fax. 0116669232 ISSN 2611-2272 Consiglio di amministrazione: Presidente Massimo Massano | Consigliere, Direttore emerito e resp. trattamento dati e sicurezza: Beppe Fossati Email redazione@cronacabologna.it. Fax. 0116669232 |ISSN 2611-2272
Registrazione tribunale n° 1877 del 14.03.1950 Tribunale di Milano
Nell'anno 2023 sono stati percepiti i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell'articolo 5 del medesimo decreto legislativo.