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Il fatto
09 Febbraio 2025 - 11:57
A quindici anni dalla morte di una paziente a causa di un'infezione contratta dopo un intervento chirurgico, la famiglia riceverà un risarcimento superiore al milione di euro. È accaduto a Reggio Emilia, dove il tribunale civile ha emesso una sentenza riguardante il caso di Anna Maria Amati, una sessantunenne operata al ginocchio nel 2009. Questo episodio ha segnato l'inizio di un lungo calvario sanitario che ha portato la donna dapprima a subire un'amputazione e successivamente al decesso.
Secondo quanto riportato dalla stampa locale, la signora Amati ha trascorso circa venti mesi tra vari ospedali a causa di un'infezione cronica al ginocchio sinistro. Questa infezione si è manifestata dopo un intervento di protesi che era stato considerato di routine. L'operazione iniziale è avvenuta il 13 maggio 2009 presso la clinica Villa Verde. In seguito, la paziente ha subito altri due interventi presso l'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna per la rimozione della protesi e per un tentativo di salvaguardare l'articolazione dopo che il femore aveva subito una frattura emorragica. In ultimo, al Santa Maria Nuova di Reggio Emilia è stata eseguita un'amputazione che ha interessato l'arto fino all'anca.
Il tragico epilogo si è consumato il 16 febbraio 2011, quando la signora è deceduta nel reparto di Rianimazione a causa di una setticemia. A distanza di 15 anni dalla tragedia, il giudice del tribunale civile di Reggio Emilia, Stefania Calò, ha stabilito un risarcimento di un milione e 125 mila euro, destinato al vedovo Domenico e ai figli Mario, Antonio, Vincenzo e Rocco, rappresentati legalmente dall’avvocato Giacomo Fornaciari. Ad essere ritenuta responsabile del "danno parentale" è la clinica Villa Verde. "Si tratta di un risarcimento di notevole entità - ha dichiarato l'avvocato Fornaciari - ma è sicuramente proporzionato al gravissimo danno subito dai congiunti di Anna Maria, e il Tribunale ha accolto quasi totalmente le nostre richieste".
I periti, incaricati su richiesta dei familiari della scomparsa, hanno concluso che l'intera vicenda è stata causata da cure "non adeguate" fornite dalla clinica Villa Verde, una volta che la ferita al ginocchio si è infettata. La sentenza specifica che esiste un "nesso causale con le complicanze sorte a seguito dell'intervento di artroprotesi" e che "l'infezione post chirurgica non è stata adeguatamente trattata, il che ha portato alla cronicizzazione dell'infezione, con necessità di ulteriore trattamento chirurgico eseguito correttamente in due tempi presso gli Istituti Ortopedici Rizzoli."
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