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La stangata di Lepore svela l'ipocrisia green

Quasi raddoppiano autobus e sosta sulle linee blu

La stangata di Lepore svela l'ipocrisia green

Fondamentalmente, è curioso il modo di ragionare a Palazzo d'Accursio. Nella stessa frase, il sindaco riesce a infilare un auspicio, affinché i bolognesi utilizzino di più l'autobus, abbandonando l'auto privata, seguito dalla notizia di un rincaro della corsa semplice da euro 1.50 a 2.30. 80 centesimi in più. 

Per altro, la motivazione dell'aumento sfiora, anzi: supera largamente il grottesco. Il sindaco, infatti, ha annunciato che 2.30 euro sarà il costo della corsa sul nuovo tram, promettendo, quindi, che questa tariffa, che andrà in vigore tra pochi giorni, resterà fissa fino al 2028. Fatto salvo che a Palazzo d'Accursio non si ha nessuna reale certezza che i tempi di realizzazione della tramvia saranno rispettati - la scadenza per non perdere i fondi Pnrr è fissata al 31 dicembre 2026 -, non è facile comprendere il perché si debba iniziare a pagare in anticipo di due anni, viaggiando sui vecchi autobus, la nuova modalità di trasporto. 

Non solo. Se il tram, come promette il Comune, entrerà in servizio nei tempi previsti e, per tanto, sarà interamente finanziato coi fondi europei e statali; se il nuovo mezzo di trasporto permetterà a Tper di ridurre notevolmente l'attuale numero di linee urbane e, di conseguenza, di autobus impiegati per svolgere i servizi, con un notevole risparmio sul personale; perché mai il biglietto per salire a bordo del tram dovrebbe costare tanto di più, rispetto al prezzo di oggi?

Perché chiamare "rivoluzione green" quella che altro non è che una speculazione economica, un vero e proprio salasso ai danni del cittadino?

Bolognesi che, per quanto non tutti, pagano almeno tre volte la realizzazione e i costi di gestione di questa nuova infrastruttura che, per di più, tanti nemmeno avrebbero voluto veder realizzata: in primo luogo, con le tasse (perché i fondi statali e quelli del Pnrr non sono soldi che si generano da soli: sempre dal fisco provengono); in secondo luogo, sopportando le conseguenze economiche dei cantieri, che comportano oneri per il commercio, per il trasporto, per gli spostamenti anche privati, sia in termini di tempo sia in termini di maggiori consumi energetici; infine, appunto, con l'aumento delle tariffe del trasporto pubblico. Insomma, il tram è un affare, certamente, ma solo per le imprese che realizzano la "pista" e per chi venderà a Tper le carrozze.

Incredibile, poi, la stangata sulla sosta per le auto ibride. Secondo i dati del sindaco, nel giro di soli 4 anni, altri 12 mila automobilisti petroniani - sobbarcandosi il costo maggiorato, ma aiutando concretamente il miglioramento della qualità dell'aria - hanno scelto una macchina a totale o parziale trazione elettrica, oppure a metano o gpl. La gratuità della sosta, per questi ormai 30 mila veicoli ha rappresentato una compensazione parziale del prezzo maggiorato, rispetto alla stessa auto ad alimentazione a benzina o diesel, un incentivo a investire anche sull'ambiente. Da oggi, invece, tutto finito: chi vorrà o dovrà sostituire l'auto, non avrà più alcun interesse a spendere di più, per una modalità ecologica, non ottenendo alcun vantaggio rispetto al tradizionale motore termico.

Per non parlare, poi, di come la sosta su strada, sopra a tutto nel centro storico, salendo a 3.90 euro l'ora, si avvicini grandemente all'analoga tariffa delle rimesse private, ma con una sostanziale differenza: se succede qualcosa alla macchina posteggiata in un garage privato, dei danni risponde il gestore, il quale è pienamente responsabile della custodia; l'auto sulla strada - come ben sanno le decine e decine di cittadini che hanno subito danni solo nelle ultime settimane - è in balia degli eventi. Non si paga alcun servizio, parcheggiando sulle strisce blu si viene semplicemente tassati. Insomma, si torna alla fiscalità del Medioevo, quando i baroni e vassalli, padroni della terra, spremevano i sudditi a piacimento.

Cosa c'entri tutto questo con l'ecologia è un vero mistero della "fede green". Da una parte, di fatto, si costringono i cittadini a cambiamenti onerosissimi dei veicoli privati; si limita la loro libertà di usare anche il mezzo privato "verde", quasi obbligandolo a salire su quello pubblico; dall'altra, si moltiplicano e si aumentano i balzelli per l'una e l'altra modalità.

La battuta è facile: ai bolognesi, cornuti e mazziati, non resta che attaccarsi al tram

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